venerdì 20 gennaio 2017

Pane quasi integrale con i semi

La settimana scorsa qui a Torino è arrivata la prima neve della stagione. Una nevicata lieve, della quale il giorno dopo non c’era quasi più traccia. Niente a che vedere con la tragedia infinita che sta tormentando in questi giorni le regioni del centro Italia. Anche la neve in apparenza così soffice e innocua può diventare un terribile incubo.
Per quanto la neve in città sia considerata da molti una vera seccatura.. a me piace. Mi piace veder nevicare: ha iniziato intorno a mezzogiorno, prima pochi timidi fiocchi, poi una nevicata sempre più consistente. Ero a casa in ferie e dalle finestre della mia cucina vedevo una girandola leggera di fiocchi fittissimi che cadevano mollemente sui tetti. Sarà solo un’impressione ma mi sembra che quando nevica il mondo diventi più silenzioso e tranquillo.
In una giornata così avevo due possibilità. La prima. Uscire sotto la neve, tanto quando nevica non è mai troppo freddo, per passeggiare lungo le strade e nei giardini che diventano poco a poco bianchissimi; dedicare un’oretta di tempo prima che diventi buio a fare un bel pupazzo, di quelli che si vedono nei disegni dei bambini con una carota come naso e due grossi bottoni tondi per occhi. Qui dove abito c’è un piccolo giardino condominiale perfettamente quadrato con un albero di magnolia al centro e negli angoli due piccole panchine di ferro battuto, che erano diventati sinuosi arabeschi bianchi. Ma temo che gli altri condomini (tutti piuttosto seri e severi) non avrebbero gradito un pupazzo proprio al centro del prato e quindi ho rinunciato e sono passata all’opzione due. Ovvero: restare in casa e dedicare il pomeriggio a preparare una cena fatta di pietanze calde, confortevoli e a lenta cottura, di quelle che si possono preparare – almeno questo vale per me – solo in un pomeriggio di ferie. Una vellutata come primo piatto e un arrosto ricco con qualche verdura. Piatti che mentre cuociono diffondono in cucina un piacevole calore e profumo di cose buone. E poi un pane fatto in casa: un mix di farine diverse e gli avanzi di alcuni barattoli di semi (lino sesamo e girasole) che erano rimasti da alcune preparazioni natalizie. Ci è servito come antipasto in attesa che la vellutata si freddasse un po’ e diventasse commestibile: appena sfornato tagliato in strisce sottili e condito sul momento con olio extra vergine di oliva e sale nero di Cipro. Sulla tavola tovaglia e piatti bianchissimi in omaggio alla neve che continuava a cadere e candele verde bosco per … cambiare un po’!!


PANE QUASI INTEGRALE CON I SEMI


Ingredienti per una pagnotta: 

250 gr di farina integrale
120 gr di farina ‘00’
80 gr di farina grano saraceno
300 gr di acqua
7 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino da caffè colmo di miele di acacia
30 gr di semi di girasole
30 gr di semi di lino
10 gr di semi di sesamo
5 gr di sale fino

In una brocca sbriciola il lievito e aggiungi 150 gr di acqua appena tiepida e tutto il miele. Lascia riposare 10 minuti.
Nel frattempo setaccia in una ciotola le tre farine, aggiungi i semi e l’acqua con il lievito.
Inizia ad impastare aggiungendo gradualmente l’acqua rimasta (potrebbe non servire tutta).
Appena l’impasto è lavorabile con le mani, aggiungi il sale e trasferisci l’impasto su una superficie infarinata.
Impasta almeno una quindicina di minuti, devi ottenere una pasta elastica (con la planeteria sarebbe necessario meno tempo ma io ho preferito fare a mano).
Terminata la fase di impasto, forma una palla e metti il panetto a lievitare in una ciotola pulita, coperta con un sacchetto di plastica che lasci alla pasta lo spazio per crescere e lievitare (quindi la plastica non a contatto con l’impasto).
Lascia lievitare in un luogo riparato fino al raddoppio (io ho impiegato circa tre ore).
Trascorso il tempo di questa lievitazione, preleva la pasta dalla ciotola e dai al pane la forma che preferisci. Io non sono molto brava e faccio solo pagnotte tonde con qualche taglio qua e là, ma si possono ottenere forme bellissime.
Appoggia la pagnotta in una teglia che possa andare in forno, foderata di carta da forno, copri con un canovaccio pulito e lascia lievitare ancora un’oretta.
Dopo una mezz’ora accendi il forno a 220 gradi in modo che il forno sia caldo quando la pagnotta è pronta per essere cotta.
Cuoci il pane a 220 gradi per circa 45 minuti (dipende dal forno quindi dopo 35 minuti comincia a controllare la cottura). Io lo copro con un foglio di alluminio, in modo che non si scurisca troppo in superficie, il mio forno tende a bruciare. Negli ultimi dieci minuti elimino l’alluminio e faccio dorare la pagnotta.
Sfornala e lasciala raffreddare su una griglia.
E’ molto buona e croccante il giorno in cui viene preparata, a mio parere resiste bene, senza essere congelata anche per i tre giorni successivi, perde un po’ di croccantezza ma resta morbida e gustosa.



EASY: come aperitivo improvvisato come abbiamo fatto noi, condita semplicemente con olio e sale.


CHIC: puoi utilizzarlo come base per delle tartine: spalma delle sottili fette di pane con poca robiola, aggiungi sopra un ciuffo di cipolle caramellate e pezzetti di nocciole tostate. Servi queste tartine con vino bianco frizzante.



venerdì 6 gennaio 2017

Sorbetto al Mandarino

Non ho mai considerato il 31 dicembre una vera festa e non mi piacciono le feste di capodanno, quelle con i cappellini, la musica a tutto volume e i giochi da tavolo. La mia festa di capodanno ideale sarebbe una cena a due con una tavola apparecchiata come piace a me, una musica lieve in sottofondo e tante candele accese. Da qualche anno trascorriamo capodanni molto tranquilli in compagnia dei soliti quattro amici, una cena a casa, per la quale ognuno prepara qualcosa. In montagna davanti ad un grande camino acceso oppure in città, l’occasione per noi ‘ragazze’ per divertirsi a indossare un abito un po’ più aggraziato e leggero al riparo del caldo dei termosifoni, invece dei soliti jeans e maglioni pesantissimi.
Quest’anno cena in città, appuntamento per le nove, eravamo invitati quindi liberi fino a quell’ora. Abbiamo fatto una passeggiata in centro, in una città insolitamente silenziosa e tranquilla per essere sabato sera. Non c’era quasi nessuno per le strade e ci siamo divertiti ad indovinare quali case ospitavano una festa: alcune finestre erano solo debolmente illuminate, da altre si intravedevano alberi decorati di mille lucine, altre ancora avevano luci intermittenti sui terrazzi e l’eco di musica e chiacchiere. Quella cui eravamo diretti noi aveva le finestre riparate da tende pesanti dietro le quali si intravedeva il lampadario acceso e una piccola ghirlanda di rami di abete e lucine brillanti appesa al balcone. Abbiamo iniziato a cenare alle nove in punto, aperitivo in piedi, poi una cena lenta e molto piacevole in assoluto relax. Poco prima di mezzanotte abbiamo spento lampadari e abat jour e la stanza è rimasta illuminata solo dalle luci bianchissime che avvolgevano l’albero di natale e da una quantità di candele sparse ovunque sulla tavola e vicino ai divani. A mezzanotte sono comparsi un vassoio di marrons glacés, uno di cioccolatini – in queste feste ho mangiato una quantità di cioccolato.. oltre ogni limite – e una bottiglia di prosecco. Abbiamo stappato, brindato con il rituale cin cin e scambio di baci sotto il vischio e fatto gli auguri a quelli a cui vogliamo bene, che festeggiavano lontani da noi. Anche quest’anno avevamo una piccola scorta di palloncini bianchi cosparsi di polvere argentata che abbiamo lasciato volare nel vento con i nostri desideri, piccoli o grandi, ognuno i suoi. All’una eravamo a casa. Il mio contributo alla cena sono stati gli antipasti e questo sorbetto al mandarino cosparso di chicchi di melagrana che sono bellissimi da vedere e – dicono – beneauguranti.
Buon anno a tutti e un bacio speciale al mio papà perché oggi è il suo compleanno!!


SORBETTO AL MANDARINO


(le dosi sono per circa 300 gr di sorbetto)

250 ml di succo di mandarino (per ottenerlo io ho spremuto 700 gr di mandarini)
100 gr di zucchero semolato
100 ml di acqua

In un pentolino metti l’acqua e lo zucchero e fai sciogliere sul fuoco a fiamma bassissima in modo da ottenere uno sciroppo fluido. Lo zucchero deve sciogliersi completamente ma non deve mai arrivare a bollire. Appena è pronto togli dal fuoco e lascia raffreddare.
Mentre lo sciroppo si raffredda, spremi i mandarini e misura 250 ml di succo. Filtralo e quando lo sciroppo di acqua e zucchero è freddo, aggiungilo al succo di mandarino filtrato. Mescola e versa tutto in un recipiente che possa andare nel congelatore.
Copri con pellicola e metti il mix di succo e sciroppo ne congelatore.
Ogni due ore estrailo, mescola in modo che on si formino cristalli di ghiaccio troppo spessi e rimetti nel congelatore.
Dopo 8 ore e .. 4 mescolate il sorbetto è pronto.
E’ più buono se prima d servirlo sta una 10 / 15 minuti a temperatura ambiente, in modo da tornare più cremoso.

EASY: puoi servirlo nel pomeriggio a chi non gradisce il tè. Prepara dei mezzi mandarini, privandoli della polpa interna e utilizzando le mezze scorze come ciotoline: servi il sorbetto all’interno dei mezzi mandarini cosparso di chicchi di melagrana.



CHIC: a fine pasto come dessert molto light. Mi piace servirlo all’interno dei calici da spumante con sopra, se piace, poco prosecco insieme ai chicchi di melagrana.