lunedì 26 dicembre 2016

BUON NATALE


.....E quando si spenge l’ultima candela della notte di Natale si deve proprio esprimere un desiderio con il cuore. Per continuare a far vivere i propri sogni, affidandoli a stelle brillanti.
            
Buon Natale, a voi e a tutti quelli ai quali volete bene.

Antonella.






venerdì 23 dicembre 2016

Ricotta Cinnamon Rolls

Ogni anno a intorno alla metà di dicembre festeggio il Natale con le mie amiche: ci dedichiamo un pomeriggio fatto di biscotti speziati, tè di Natale, tante chiacchiere e qualche pacchettino da scartare. A turno, a casa di una di noi, è anche l’occasione per scambiarsi qualche idea su addobbi e decorazioni natalizie. Quest’anno abbiamo cambiato programma. Ci siamo incontrate subito dopo pranzo e siamo andate a vedere una mostra deliziosa, dalla quale siamo uscite con gli occhi pieni di immagini aggraziate e lo spirito leggero. A quel punto si era fatta l’ora giusta per un tè bollente, anche perché a Milano era una giornata fredda, umida e grigissima con una nebbia sottile che avvolgeva tutto, creando un vago effetto flou intorno alle luci natalizie delle vetrine e alle decorazioni luminose sparse per la città. Siamo andate alla nostra solita sala da tè, nascosta nelle stradine del centro, un posto minuscolo e molto grazioso: non siamo riuscite a fermarci, c’erano già alcune persone ed è talmente piccola che noi quattro con quattro cappotti o piumini, quattro borse ingombranti la occupiamo per intero arrivando con le sedie a sfiorare la vetrina nella quale sono allineati mini muffins, fettine di torta e biscotti molto invitanti.
Abbiamo allora scelto un altro locale, nel quale ci troviamo quando con noi ci sono anche i mariti, che a tè e pasticcini preferiscono cose meno lievi e più sostanziose, lì si accontentano tutti i gusti, dolci e salati. Di solito è piuttosto affollato, con gente arrampicata sugli sgabelli disposti intorno ai banconi o seduta ai piccoli tavoli negli angoli che chiacchera a voce sostenuta. Ma la magia del Natale riesce davvero a trasformare tutto e sono rimasta piacevolmente sorpresa: musica tenue, melodie di Natale e luci soffuse; le tavole di legno scuro erano decorate in modo semplice e molto d’effetto, alternando candele bianche accese in piccoli bicchieri di vetro trasparente a piantine di stelle di Natale. Mi è piaciuto così tanto che ho deciso di replicarlo per la tavola della colazione di Natale (che noi facciamo … il 24, prima di partire per andare dai miei genitori per la vera festa). La tavola sulla quale di solito facciamo colazione ha un piano non troppo bello che non può essere lasciato a vista, così utilizzerò una tovaglia color castagna con piatti ciotoline e tazze avorio. Come decorazione: qualche ramo di stella di Natale e rami con bacche rosse disposti all’interno di una caraffa riciclata come vaso da fiori improvvisato e piccoli porta candele di vetro con candeline sferiche color avorio. A casa mia le chiamiamo ‘pomodori candelati’ perché mia sorella quando era piccola chiamava così la candela rotonda, lucida e rossa, gigante, che la mia mamma ogni anno accendeva la notte di Natale. Così le candele sferiche sono diventate pomodori candelati anche se sono piccoline e molto lontane dal colore rosso.
A colazione troveremo cioccolata calda, biscottini speziati, frollini al limone e questi cinnamon rolls. A me il gusto del burro non piace e così lo sostituisco con la ricotta nella farcia tradizionale di queste brioscine. Che a me piacciono ‘molto cinnamon’ per questo uso una dose generosa di cannella per la farcitura. Voi regolatevi secondo i vostri gusti, magari facendo degli esperimenti e riducendo un po’ la quantità che indico sotto se non siete cinnamon addicted come me.

RICOTTA CINNAMON ROLLS


(dosi per 10 rolls)

300 gr di farina Manitoba
200 gr di farina ‘00’
60 gr di zucchero semolato
12 gr di lievito di birra fresco
150 ml di latte intero
1 uovo
90 gr di acqua
7 gr di sale fino
50 gr di burro a temperatura ambiente + un pezzettino per ungere la ciotola

Per la farcitura:
140 gr di ricotta di mucca
80 gr di zucchero a velo
4 cucchiaini da caffè colmi di cannella in polvere

Per lucidare i rolls:
zucchero a velo e acqua

Mescola le due farine e setacciale in una grande ciotola (io uso quella della planetaria perché poi ho impastato con quella, a mano la lavorazione è un po’ più lunga, ma più divertente).
In una terrina sciogli il lievito nel latte appena tiepido, copri con 100 gr del mix di farine tolto dal totale e amalgama con un cucchiaio molto rapidamente, ottenendo una pastella. Lascia riposare per 30 minuti coperto da pellicola.
Nel frattempo separo tuorlo e albume e monta l’albume dell’uovo a neve leggerissima con 2 cucchiai di zucchero tolti dal totale.
Trascorso il tempo di riposo della pastella, aggiungila nella ciotola con il mix di farine, inserisci anche il tuorlo d’uovo, l’albume leggermente sbattuto e lo zucchero rimasto ed inizia ad impastare. Io ho usato la planetaria con il gancio K, perché non avevo molto tempo, ma a mano è appunto più divertente.
Otterrai un impasto consistente, quindi aggiungi gradualmente l’acqua appena tiepida - potrebbe non servire tutta: procedi per gradi, aggiungendo un po’ di acqua alla volta in modo da ottenere un impasto che si lavora con facilità.
Quando l’impasto comincia a diventare liscio e lucido inserisci il sale e il burro a piccoli pezzetti, continuando ad impastare fino a quando il burro sarà perfettamente amalgamato. Se hai usato la planetaria, estrai il panetto dalla ciotola e termina di impastare a mano, lavorando l’impasto ancora per 5 / 7 minuti fino a quando non sarà più appiccicoso. Se impasti a mano, dopo aver inserito il burro lavora ancora l’impasto per una decina di minuti (abbondanti), piegandolo e girandolo con delicatezza.
Terminata la fase di impasto, metti il panetto a lievitare in una ciotola pulita leggermente unta di burro.
Copri con pellicola e lascia lievitare fino al raddoppio (io ho impiegato 2 ore e mezzo).
Intanto prepara la farcitura.
Lavora in una ciotola con un cucchiaio di legno la ricotta con lo zucchero a velo e la cannella, devi ottenere un composto ben amalgamato. Lascia riposare in frigo fino al momento di utilizzarlo.
Quando l’impasto è lievitato stendilo con le mani in forma rettangolare, lavorandolo delicatamente in modo da non rovinarlo.
Spalma sul rettangolo la ricotta, lasciando liberi i bordi esterni e arrotalo sul lato lungo, in modo da formare un salamino.
Taglia il salamino in dieci fette di uguale spessore (i tuoi rolls) e mettili in una teglia foderata di carta da forno. Coprili con un canovaccio e lascia ancora lievitare per 30 minuti.
Accendi il forno a 180 gradi.
Cuoci i rolls in forno già caldo per 20 / 25 minuti (dipende dal forno), devono diventare dorati in superficie, se scuriscono troppo copri dopo una decina di minuti con un foglio di alluminio.
Quando sono cotti, estraili dal forno, lascia raffreddare i rolls e lucidali con l’aiuto di un pennellino con una pastella ottenuto sciogliendo qualche cucchiaio di zucchero a velo in pochissima acqua.
Si conservano per un paio di giorni, ma se non si consumano subito conviene congelarli: con un breve passaggio nel forno tornano soffici e profumati.


EASY: a me piacciono a colazione accompagnati da cioccolata calda o caffellatte.



CHIC: invece di fare dei rolls ‘formato colazione’ fai piccole brioscine (in questo caso devi suddividere l’impasto in tre rettangoli, in modo da ottenere dei salamini di minor diametro), servile con il tè (quello speziato di natale è perfetto) e pochissima panna montata non zuccherata, appena un ciuffo sopra ogni roll, magari al posto della glassatura con lo zucchero. 



martedì 13 dicembre 2016

Biscotti bianchi e neri per l'albero e il calendario dell'Avvento

Il mese di Novembre mi è passato così… non vissuto. Ho avuto una quantità di lavoro assurda da fare (ho lavorato sempre, anche il sabato e la domenica), i giorni sono corsi uno dietro l’altro e mi sono ritrovata a dicembre senza capire come. Peccato, un mese passato senza avere dieci minuti per fare qualcosa di piacevole e di rilassante. Se siamo riusciti ad avere una parvenza di vita normale è solo perché .. abbiamo vissuto di liste di cose da poter fare in automatico senza pensare a niente. Perché la forza di pensare a cose ‘altre’ proprio non ce l’avevo.
Ma a dicembre qualcosa deve cambiare. Per forza. Per me il mese di Dicembre è forse il più bello dell’anno, mi piace vivere l’attesa del Natale, gustare i preparativi e dedicare ogni giorno a fare qualcosa di speciale: cuocere biscotti, preparare i dolcetti per il tè con il quale festeggio il Natale con le mie amiche, scegliere i menu per le cene che faremo a casa nostra e i piccoli regalini. Mi piace fare l’albero, il presepe e addobbare la casa, perché per me il Natale è questo, è una festa che dura 25 giorni ed ha un’atmosfera che si costruisce piano piano a partire dal primo di dicembre. Quest’anno fino ad ora ho avuto poco tempo per il nostro Natale, l’albero però c’è già, è apparso l’8 sera come vuole la tradizione. E’ in salotto, con un addobbo quest’anno semplicissimo: palline di vetro trasparente un poco spruzzate di argento, fiocchi di velluto rosso, qualche stella di legno profumato e biscotti. Profuma di spezie (le stelle!! Sono le stelle che profumano), di cannella e si illumina appena appena di sera quando accendiamo le lucine, piccole e bianche. E’ un albero altissimo, ho bisogno di una piccola scala per mettere la stella sulla cima (ma considerate che io non sono certo alta) ed ho preparato una quantità di biscotti per non farlo sembrare troppo spoglio. Quest’anno ho scelto questi biscotti bicolori, con cannella e cacao. Quelli che non abbiamo appeso sono finiti nel calendario dell’avvento, li mangiamo a colazione e ne lasceremo qualcuno per la notte del 24, da appoggiare sul davanzale accanto a un bicchiere di latte, illuminati da una minuscola candela bianca. Per Babbo Natale, lo vuole la tradizione.


BISCOTTI BIANCHI E NERI PER L’ALBERO


(dosi per una 40na di pezzi, ma dipende dagli stampini che si utilizzano)

80 gr di burro
80 gr di zucchero a velo
2 tuorli di uovo
180 gr di farina ‘00’
2 cucchiaini da caffè colmi di cacao amaro
1 pizzico di cannella in polvere
1 pizzico di zenzero in polvere

In una terrina mescola il burro a temperatura ambiente con lo zucchero a velo.
Appena il composto si amalgama aggiungi i tuorli d’uovo. Mescola rapidamente e inserisci la farina setacciandola sul composto, poco alla volta. La pasta frolla non dovrebbe essere impastata a lungo, altrimenti diventa dura.
Dividi il panetto in due parti di ugual peso, ad una aggiungi il pizzico di zenzero, incorporalo impastando rapidamente.
All’altra metà aggiungi il cacao setacciato con il pizzico di cannella. Impasta rapidamente.
Avvolgi i due composti in pellicola alimentare e metti a riposare in frigorifero per almeno tre ore.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, accendi il forno a 170 gradi.
Estrai gli impasti dal frigo, riportali a temperatura ambiente in modo da poterli lavorare.
Stendi la pasta con un mattarello in una sfoglia non troppo sottile, usa le formine che preferisci per tagliare i tuoi biscotti.
Se intendi attaccarli all’albero, fai in ogni biscottino un foro utilizzando uno spiedino di legno.
Disponi i biscotti in una teglia foderata di carta da forno e metti in frigo a riposare fino a quando il forno arriva in temperatura.
Cuoci in forno già caldo a 170 gradi per 10/12 minuti, fino a quando cominciano a diventare dorati.
Lascia raffreddare completamente prima di appenderli.

EASY: da appendere all’albero con un nastro colorato o un pezzetto di spago, o da sistemare nelle taschine del calendario dell’Avvento (a colazione con il latte caldo sono buonissimi).



CHIC: prepara delle piccole scatoline di cartone, sistema all’interno i biscottini, chiudi con un bel fiocco e utilizzali come piccolo regalo per le amiche, magari accompagnati da un biglietto con un augurio speciale per le prossime feste. 



lunedì 31 ottobre 2016

Muffins neri con ragnatele di meringa

Più passa il tempo e più mi convinco che la vita debba essere affrontata con leggerezza e un pizzico di ironia. Non parlo dei problemi veri e importanti che tengo fuori dai discorsi frivoli e piuttosto sciocchi di questo blog. Mi riferisco ai piccoli contrattempi di ogni giorno che, se presi troppo sul serio, possono rendere la vita una specie di corsa a ostacoli difficilissima. Facevamo questa considerazione qualche sabato fa con una mia amica, sedute di fronte alla solita tazza di tè… beh solita per modo di dire. Tazze e teiera erano appoggiate su tre pile di libri di altezze diverse, io ero seduta su una poltrona di rattan che starebbe benissimo nell’angolo di un giardino invece che in una grande stanza completamente invasa di scatole di cartone mezze vuote e lei era riuscita a recuperare una vecchia sedia di cucina con il sedile di paglia quasi consumato. A maggio lei e il marito hanno deciso di lasciare la città e trasferirsi in campagna, non toppo lontano, quel tanto che basta per avere un po’ di aria pulita e spazio sufficiente a far crescere tre bambini. La casa che hanno scelto non era proprio in buone condizioni ma l’architetto e una squadra di operai molto convincenti le avevano assicurato che tre mesi di lavoro intenso l’avrebbero resa perfetta. Bastava rinunciare alle vacanze e impegnarsi a fondo. Così è stato. Di mesi ne sono passati cinque e la casa è ancora in condizioni scoraggianti. Le mattonelle soggiornano ancora nelle loro scatole, sparse un po’ ovunque, qua e là ci sono secchi di vernice ancora intatti, l’imbiancatura è lontana e mucchi di calcinacci invadono il giardino. Nel frattempo il marito è stato trasferito per un anno all’estero, così lontano che non riesce a rientrare più di una volta al mese. Lei il venerdì sera dopo una settimana di lavoro, treni, asili, scuole e impegni vari suoi e dei bimbi, carica la macchina con tre figli – il più ‘grande’ ha sette anni -, qualche scatolone di attrezzi, una buona dose di cibo quasi pronto, qualche giocattolo indispensabile e si trasferisce lì, per un fine settimana all’insegna della lotta con gli operai. Che, pare, non hanno ben chiaro che la proprietaria è lei e insistono a fare come vogliono.
"E' l'anno giusto per festeggiare Halloween" - mi ha detto. Fino ad ora aveva cercato di resistere e spiegare ai bambini – piuttosto delusi -  che Halloween non è una festa della nostra tradizione e che per vestirsi da strega o fantasma dovevano aspettare Carnevale. Quest’anno ha ceduto, un po’ per la stanchezza (‘non posso combattere anche con loro tre’) un po’ .. chissà.. magari nella notte delle streghe qualche strega di quelle ‘serie’ o un fantasma amante dei veri ruderi decide di fermarsi .. e dare una mano! L’idea mi è sembrata pienamente convincente e poiché anche a me in questo momento farebbe comodo un po’ di magia ho deciso per la prima volta anche io di festeggiare Halloween. Niente di che, certo non vado in giro con il cappellone nero a punta e una veletta nera cosparsa di ragni finti, ma ho comprato una dose generosa di candele bianche e arancioni, zucche ornamentali da spargere qua e là sulla tavola e preparato per cena un menu stregato. Per colazione questi muffins neri con le ragnatele di meringa. Certo le ragnatele sono tutt’altro che perfette e ho cercato inutilmente dei ragni di glitter argentato per completare la decorazione, ma ho deciso proprio all’ultimo momento e il tempo per organizzarsi bene e fare qualche prova-ragnatela in più non c’è stato.
In omaggio a ragnatele e fantasmi, leggeri ed evanescenti questi muffins sono davvero light: niente burro, solo un po’ di olio e un solo uovo.


MUFFINS NERI CON RAGNATELE DI MERINGA



Ingredienti per 8 muffins medi o 6 muffins grandi

Per i muffins:

125 gr di yogurt bianco intero
30 gr di olio extra vergine di oliva dal gusto delicato (io ho utilizzato un olio ligure)2
100 gr di latte intero
1 uovo
180 gr di farina “00”
180 gr di zucchero semolato
20 gr di cacao amaro
2 cucchiaini da caffè di lievito per dolci

Per le ragnatele di meringa:

40 gr di albume d’uovo
40 gr di zucchero a velo
40 gr di zucchero semolato.

Prepara anche il giorno prima le ragnatele di meringa.
Scalda il forno a 100 gradi.
Rivesti una teglia con carta da forno, ungila appena appena con un filo di olio di semi insapore.
Mescola insieme i 2 tipi di zucchero e suddividi il composto di zucchero in due parti.
Metti in una ciotola gli albumi e inizia a montare con un frullino o un mixer. Dopo qualche minuto aggiungi la metà del composto di zucchero e continua a montare fino a quando gli albumi saranno a neve ben ferma.
A questo punto incorpora a mano l’altra metà dello zucchero agli albumi montati, utilizzando una spatola di silicone e facendo attenzione a non smontare il composto.
Quando lo zucchero è tutto incorporato, riempi con la meringa una tasca da pasticcere e forma direttamente sulla teglia le ragnatele. Ci vuole un po’ di pratica, ammetto che le mie siano venute piuttosto male.
Cuoci in forno a 100 gradi 30 / 40 minuti (il tempo di cottura dipende un po’ dal forno). Lascia raffreddare le ragnatele prima di utilizzarle, si rompono molto facilmente.
Con questa dose di albumi otterrai molte ragnatele, alcune servono ‘di scorta’, con il resto della meringa puoi preparare mini meringhe con una bocchetta a stella oppure delle meringhette a forma di fantasmino per restare in tema.

Per preparare i muffins:
Prepara gli stampini, io utilizzo gli usa e getta di alluminio e all’interno inserisco i pirottini di carta.
Scalda il forno a 180 gradi.
La tecnica è sempre la stessa: si mescolano da una parte tutti gli ingredienti liquidi, dall’altra tutti i solidi e poi si uniscono i due composti (i solidi nei liquidi) mescolando il meno possibile per ottenere muffins soffici. Sembra strano ma è così.
Setaccia in una ciotola la farina con il cacao, unisci lo zucchero e il lievito e mescola in modo da amalgamare gli ingredienti.
In un’altra ciotola inserisci gli ingredienti umidi: yogurt, latte, olio e l’uovo appena sbattuto. Mescolali fino ad ottenere una miscela omogenea. 
Versa il mix di farina e zucchero nella ciotola con  gli ingredienti umidi ; mescola rapidamente, quel tanto che basta ad amalgamare i due composti.
Riempi gli stampini che hai preparato e cuoci in forno già caldo a 180 gradi per 20 minuti.
Quando i muffins sono freddi, decorali con le ragnatele di meringa e qualche cioccolatino a forma di zucca.


EASY: per una colazione o una merenda ‘spaventosa’, servili accompagnati da una tazza di tè aromatizzato all’arancia e una coppettina di panna (non dolcificata, c'è già la meringa) per chi proprio ha voglia di esagerare.






CHIC: confeziona ogni muffin in una bustina di plastica per alimenti, aggiungi una ragnatela di meringa e un cioccolatino a forma di zucca. Chiudi con un nastro arancione e la sagoma di una strega ritagliata in cartoncino nero. Sistemali su un bel vassoio e distribuiscili ai bambini questa sera.



domenica 23 ottobre 2016

Risotto al limone con la zucca

Mi capita molto spesso di cenare da sola. Per questo, penso, rinuncio quasi sempre all’opzione ‘cena-improvvisata’: in pigiama, sul divano, con un libro una fetta di torta cioccolatosa e una tazza di tè. Ammetto che ogni tanto sia molto piacevole, rilassante e abbia perfino un pizzico di magia, specialmente in questa stagione, se la luce nella stanza è soffusa al punto giusto,  si appoggiano le gambe su un puff e si aggiunge un plaid; il mio preferito, ormai quasi consumato ma ancora caldissimo, è a quadri beige carta da zucchero e azzurro cielo. Ma se mangiare da soli è cosa di tutte le sere – o quasi – l’opzione di cui sopra ripetuta all’infinito diventa vagamente malinconica, oltre che dannosa per la salute, visto che la torta cioccolatosa tutte le sere proprio non si può. E poi ne va della qualità della vita che, anche se una mia amica per questo mi prende sempre in giro, per me è una cosa importante. Pigiama e divano tutte le sere per i miei gusti non vanno. Per questo preparo sempre una cena vera, in genere un piatto unico: pesce e riso basmati, uova in camicia con verdure, un ricco risotto come quello di oggi e posso esagerare anche fingendo un mini party a base di salsine di verdura, creme di formaggio crackers e grissini, perché no?! Cenare da soli è anche l’occasione per sperimentare qualche ricetta paradossale che sarebbe improponibile cucinare direttamente per qualcun altro senza aver prima provato in solitudine se la cosa è commestibile. A volte da questi esperimenti nasce qualcosa di buono, altre invece.... Oppure è l’occasione per cucinare qualcosa che so di certo che piace solo a me, ad esempio un pasticcio (nel senso vero del termine) di cavolfiore lesso e riso basmati. Io ho il vizio di cenare con la radio accesa e sfogliando una rivista, lo so che non si fa, ma fa compagnia. L’importante anche in questo caso è non trascurare i dettagli e apparecchiare la tavola con cura. Tovaglia colorata a fiori e piatti bianchissimi o viceversa un runner di colore grezzo, stoviglie dai colori autunnali (io adoro un servito di piatti color prugna che mio marito non sopporta) e un bicchiere colorato. Fa la differenza tra cenare da soli e cenare con se stessi, non ricordo dove l'ho letto, ma mi sembra perfetto.



RISOTTO AL LIMONE CON LA ZUCCA




Ingredienti per 4 persone:

320 gr di riso (ho utilizzato un riso Carnaroli)
500 gr di zucca butternut già pulita
1 piccola cipolla rossa di Tropea
2 dl di vino bianco secco
1 litro di brodo vegetale
1 limone bio
olio extra vergine di oliva
sale
sale nero di Cipro


Prepara prima la zucca.
Privala della buccia esterna, lavala e taglia la polpa a cubetti regolari, per facilitarne la cottura uniforme.
Metti qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva in una ampia padella antiaderente e lascialo scaldare.
Quando l’olio è caldo aggiungi i cubetti di zucca, un pizzico di sale e lasciali cuocere, scuotendo la padella di tanto in tanto.
Se si attaccano, bagna con poco brodo caldo (quello con il quale cuocerai il risotto).
I cubetti di zucca sono pronti quando sono teneri, ma ancora interi e non disfatti. Io ho impiegato circa 15 minuti, ma dipende dalla dimensione dei pezzetti.
Quando la zucca è pronta, c’è un’ultima operazione prima di preparare il risotto.
Lava e asciuga il limone e grattugia finemente la buccia (servirà per decorare alla fine), quindi spremilo e conserva il succo.
A questo punto prepara il risotto.
Lava e affetta la cipolla molto sottile.
Falla stufare in una casseruola con 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva e 4 cucchiai di acqua fredda.
Quando è morbida e ben rosolata, aggiungi il riso e fallo tostare fino a quando diventa traslucido.
Bagna con il vino bianco, lascia evaporare e e porta il riso a cottura, unendo poco alla volta il brodo vegetale (potrebbe non servire tutto).
Dopo una decina di minuti – quindi più o meno a metà cottura del riso – aggiungi al risotto 8 cucchiai di succo del limone spremuto e termina la cottura del riso aggiungendo il brodo quando serve.
Quando il risotto è pronto, toglilo dal fuoco, aggiusta di sale se necessario e servilo decorando ogni piatto con qualche cucchiaio di cubetti di zucca, le zeste di limone e una piccola macinata di sale nero, il gusto forse non cambia granchè, ma l’effetto decorativo è molto carino.

EASY: quasi un piatto unico perfetto per una cena solitaria. Aggiungi una porzione di frutta cotta e speziata (perfette in questa stagione le mele al forno con la cannella e il limone).



CHIC: qualche cena fa ho provato una variante, aggiungendo insieme alla zucca dei piccoli gamberetti appena scottati in una padella antiaderente. L’ho servito con un vino bianco e frizzante e ci è piaciuto così.


venerdì 14 ottobre 2016

Pavlova di fine estate .. molto in ritardo (con ricotta e pesche tardive)

Non sono affatto tecnologica, non uso facebook né twitter, non ho whatsApp e neppure uno smartphone, ma un telefonino ‘vintage’ che conservo gelosamente (perché se si rompe…non esistono più in giro cose simili!) e che serve solo per telefonare, non credo che faccia nemmeno le foto o almeno non ci ho mai provato.
L’unica concessione al mondo digitale sono questo blog e un account su pinterest che mi serve per collezionare immagini meravigliose di cose desiderate e sogni irraggiungibili. Basta. Per il resto adoro la carta, i libri con pagine che scricchiolano quando leggi, le vecchie cartolerie che hanno collezioni di biglietti di auguri, cartoncini colorati e quaderni. Continuo a scrivere tantissimo e per prendere appunti (su tutto, dalle ricette, ai troppi appuntamenti della settimana, alla lista della spesa) ho una piccola agendina con la copertina rosa shocking che ho sempre con me, in borsa. Ha gli anelli e quindi posso aggiungere tutte le pagine che voglio. Al momento è talmente piena che fa fatica a stare chiusa.
Uso il PC solo quando proprio non ne posso fare a meno. In treno sono una delle poche che legge libri e riviste di carta e che non porta mai con sé un tablet. Lo so, è un atteggiamento un po’ paradossale e fuori dal tempo, ma non mi impegno più di tanto a correggerlo. La cosa terribile è che ho una calligrafia bruttissima, disordinata e difficile da leggere al punto che io stessa spesso fatico a capire cosa ho scritto. Mi piacciono da matti le penne stilografiche ma non le posso utilizzare perché ho un modo di tenere in mano la penna talmente strampalato che per scrivere sono costretta a premere molto sul foglio e i pennini - delicatissimi - delle mie adorate penne si spaccano nel giro di poche settimane.
Mi dispiace molto che si sia persa – quasi del tutto credo -  l’abitudine di scrivere biglietti di auguri per i compleanni, per gli anniversari di matrimonio e per gli auguri di Natale. Non so se i bimbi a scuola preparino ancora le letterine per i genitori, con disegni improbabili e calligrafie stentate. Io conservo ancora la prima letterina che mi scrisse mia cugina che ha 5 anni più di me quando ho iniziato la prima elementare. E’ in una scatola di latta insieme ad altri ricordi di carta. Preferivo collezionare bigliettini che sms. Allora ogni tanto per vezzo compro un pacchetto di cartoncini di colore pastello, azzurro chiaro, lilla, crema… dipende dall’ispirazione e li utilizzo per invitare a cena le mie amiche. Fa un po’ sorridere lo so, ma ognuno ha le sue piccole debolezze.
Così è stato quando una quindicina di giorni fa abbiamo festeggiato la fine dell’estate. Il cartoncino per l’invito era verde chiarissimo, la cena per otto persone, solo un antipasto un primo piatto sostanzioso di pesce, frutta e questa pavlova, farcita con una crema di ricotta e robiola e qualche spicchio di pesca. La posto con grande ritardo, lo so e in un momento in cui qui a Torino almeno sembra già autunno inoltrato. Tra l’altro avrei voluto utilizzare dei fichi invecec he le pesche tardive, ma non ne avevo trovati di buoni al mercato ed ho rimediato così. Con i fichi a mio parere è ancora più buona.

P.S. La ricetta per la meringa della pavlova è di Csaba dalla Zorza.


PAVLOVA CON RICOTTA E PESCHE TARDIVE



Ingredienti per 4 pavlove ‘da porzione’ o 8 mini pavlove :


Per la meringa:
50 gr di albumi (circa 2 bianchi d’uovo)
50 gr di zucchero semolato (ho utilizzato lo zucchero Zefiro)
50 gr di zucchero a velo

Per la crema di ricotta del ripieno:
150 gr di ricotta vaccina
150 gr di robiola fresca
80 gr di zucchero a velo

Per decorare:
2 pesche tardive
2 cucchiai di zucchero di canna
Qualche goccia di succo di limone
Zucchero a velo

Prepara le pavlove.
Scalda il forno a 100 gradi.
Rivesti una teglia con carta da forno. Disegna sulla carta dei cerchi che saranno le pavlove che vuoi realizzare: 4 del diametro di circa 8 cm oppure 8 più piccole (diametro 5 cm), sono di aiuto per fare pavlove più regolari.
Gira la carta in modo che il disegno resti sotto e imburra leggermente e infarina la parte dove appoggerai le pavlove.
Mescola insieme i 2 tipi di zucchero e suddividi il composto di zucchero in due parti.
Metti in una ciotola gli albumi e inizia a montare con un frullino o un mixer. Dopo qualche minuto aggiungi la metà del composto di zucchero e continua a montare fino a quando gli albumi saranno a neve ben ferma.
A questo punto incorpora a mano l’altra metà dello zucchero agli albumi montati, utilizzando una spatola di silicone e facendo attenzione a non smontare il composto.
Quando lo zucchero è tutto incorporato, riempi con la meringa una tasca da pasticcere e forma direttamente sulla teglia le pavlove seguendo il disegno che hai tracciato. Sovrapponi 3 cerchi di meringa per ogni pavlova, in modo da formare dei cestini alti con un incavo al centro.
Cuoci in forno a 100 gradi per un’ora e mezzo (il tempo di cotture dipende un po’ dal forno e dalla dimensione delle pavlove, per quelle più grandi occorrono anche due ore). Lascia raffreddare le pavlove prima di utilizzarle.

Nel frattempo prepara la crema di ricotta.
In una ciotola metti la ricotta la robiola e lo zucchero a velo indicato nelle dosi per la crema (80 gr). Con questa dose di zucchero si ottiene una crema appena dolce. A me piace così, la meringa è già molto dolce di suo, ma ognuno può regolarsi secondo i propri gusti.
Monta i formaggi con un frullino come faresti con la panna, in modo da ottenere un composto soffice e ben amalgamato.
Lascia riposare in frigo questa crema fino al momento di utilizzarla.

Lava le pesche, privale della buccia e suddividile in 6 / 8 spicchi dipende da quanto sono grandi.
Metti gli spicchi in un pentolino con lo zucchero di canna, 4 cucchiai di acqua, qualche goccia di succo di limone e fai scaldare sul fuoco fino a quando lo zucchero sarà sciolto, formando uno sciroppo profumato. Scuoti il pentolini invece di girare le pesche con un cucchiaio in modo da non rovinare gli spicchi che nello sciroppo si ammorbidiscono molto.

Lascia raffreddare le pesche prima di montare le pavlove.

Prima di servire, metti la crema di formaggio all’interno delle pavlove, completa qualche spicchio di pesca e una spolverata di zucchero a velo.


EASY: servite come dessert dopo cena, in questa stagione sostituendo le pesche con scaglie di mandorle abbrustolite.




CHIC: a me piace farle piccole, in modo da inserire all’interno solo un cucchiaino di crema, una grattatina di cioccolato fondente (in estate uno spicchio di fico appunto) e servirle con il caffè dopo cena al posto dei soliti cioccolatini.

venerdì 30 settembre 2016

Penne con fiori di zucchina e pomodori

L’anno scorso avevamo fatto vacanze brevissime e molto tranquille fatte solo di libri e di ore trascorse in un bellissimo giardino sotto il sole. Quest’anno siamo ritornati alla nostra ‘vacanza tradizionale’, lunga e piuttosto ..intensa. Tante camminate – anche faticose talvolta – alla scoperta di posti nuovi, qualche ora dedicata alla lettura, rinuncia a .. qualsiasi forma di vita sociale! Abbiamo di proposito evitato le città e ci siamo limitati a paesini talmente minuscoli che a volte quando uscivamo dopo cena in giro c’eravamo solo noi e qualche signora che passeggiava con il cane, con indosso un pesante maglione di lana e stivali di gomma. Abbiamo fatto una quantità esagerata di fotografie, chilometri di passeggiate, preso tanta pioggia e gustato il silenzio, lontani da macchine, negozi e dai rumori che di solito circondano le nostre giornate. Si scopre una dimensione di vita diversa dalla nostra, in cui i tempi della giornata sembrano dilatarsi e c’è spazio per tutto: una normale giornata di lavoro, tempo per cucinare, per passeggiare, curare il giardino, leggere …. fare quello che si vuole insomma e per stare in compagnia chiacchierando piacevolmente invece che stanchi e stressati da giornate faticose. E ogni volta al ritorno da una vacanza mi ripropongo di portare questo come souvenir (oltre a qualche libro, naturalmente, quest’anno un bel libro di cucina dedicato al Natale ricco di foto meravigliose): imparare a vivere con più calma, non impiegare necessariamente ogni minuto della giornata per ‘fare qualcosa’ , concedersi minuti di sosta e di ‘dolce far niente’. E invece appena rientrata in città, ho ricominciato tutto come prima, mi faccio coinvolgere anche troppo dal lavoro assurdo che sto facendo in questo periodo e non mi rimane spazio per niente altro. C’ è solo una cosa alla quale continuo ad aggrapparmi come alla mia isola di vita normale: cucinare una cena vera, apparecchiare con calma, accendere una candela appena le serate diventano poco più fresche e sedersi a tavola anche un’ora per mangiare lentamente (a volte poi purtroppo, riprendo a lavorare fino a dopo le undici).
Una di queste sere ho preparato per primo piatto questa pasta con gli ultimi fiori di zucca ancora disponibili al mercato: l’avevo sperimentata a giugno, prendendo la ricetta dal blog Fragole a merenda e ci era piaciuta moltissimo. Ho apportato solo alcune modifiche alla ricetta originale che trovate qui (ho utilizzato due diverse varietà di pomodori e un cucchiaino di concentrato, scolato la pasta molto al dente per farla cuocere ancora qualche minuto in padella con il sugo e un po’ della sua acqua e aggiunto il parmigiano alla fine). La ricetta originale la trovate qui, sotto la mia.

PASTA CON FIORI DI ZUCCHINA E POMODORINI




Ingredienti per 4 persone:

320 gr di pasta (io ho usato delle penne ma va bene qualsiasi formato che raccolga bene il sugo)
30 pomodorini varietà ciliegino
10 pomodorini varietà Piccadilly molto maturi
2 cucchiaini di concentrato di pomodoro
20 fiori di zucchina
2 cipollotto freschi
10 cl di vino bianco secco
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
qualche foglia di basilico fresco
parmigiano grattugiato al momento
sale

Lava i cipollotti e tutti i pomodori.
Togli il gambo e il pistillo ai fiori di zucchina e passala rapidamente sotto l’acqua.
Prepara i pomodorini: togli il picciolo e taglia a metà i ciliegini, in quattro i Piccadilly se sono un po’ più grandi ed elimina i semi il più possibile.
Intanto metti a bollire l’acqua nella quale cuocerai la pasta.
Affetta i cipollotti molto sottili e mettili a stufare dolcemente in una larga padella (perfetto anche un wok) con i tre cucchiai di olio e due cucchiai di acqua.
Quando i cipollotti cominciano a diventare trasparenti aggiungi tutti i pomodori, alza la fiamma e fai insaporire. Aggiungi i fiori di zucca tagliati a listarelle ampie e fai cuocere qualche minuto scuotendo la padella.
Bagna con il vino bianco, abbassa la fiamma e aggiungi il concentrato di pomodoro diluito in poca acqua calda.
Sala secondo il tuo gusto e lascia sobbollire, mescolando spesso (meglio se lo fai scuotendo la padella invece che usando un mestolo). Se il sugo si asciuga troppo, aggiungi qualche cucchiaio di acqua calda. Spengi quando i pomodorini sono disfatti.
Appena l’acqua bolle, aggiungi il sale e cuoci la pasta.
Scolala molto al dente conservando un po’ dell’acqua di cottura.
Aggiungi la pasta nella padella con il sugo di verdure e termina la cottura aggiungendo a più riprese l’acqua che hai messo da parte. La pasta deve ‘risottare’, così resta lucida e il sugo leggermente cremoso.
Prima di servire aggiungi fuori dal fuoco abbondante parmigiano grattugiato e il basilico lavato asciugato e spezzettato con le mani.

EASY: Pranzo in terrazza, fai precedere questa pasta da un aperitivo a base di olive formaggi e focaccia croccante. Per concludere è sufficiente frutta fresca e una pallina di gelato.



CHIC: E’ un piatto rustico dal sapore intenso e gustoso, ma può diventare speciale se servito a cena con una candela accesa, un calice di prosecco fresco e frizzante e la tavola apparecchiata con stoviglie bianchissime. 

giovedì 21 luglio 2016

IDEE SHOPPING: Let's Pic Nic

Pic nic ovvero dejeuner sur l’herbe .. o sulla spiaggia perché no. Il pic nic, per come la vedo io, è un pranzo all’aperto, da organizzare nel giardino di casa, sulla spiaggia o in un grande prato in campagna. Niente panini in uno zaino, ma pietanze vere, facili da trasportare in barattolo o in ciotoline di bambu. Una grande coperta sulla quale stare comodamente seduti con l’aiuto di tanti cuscini colorati e un’intera giornata da trascorrere all’aria aperta. Immancabile un libro e una tazza di tè alle 5, ma in questo caso niente bicchieri di carta, solo tazze vere.

1. IN QUATTRO IN CAMPAGNA






Cesto di vimini e attrezzatura per quattro. Non manca niente, dai tovaglioli in stoffa all’apribottiglie. Tutto sui toni del beige e del blu, fa molto campagna inglese. Lo trovo perfetto (e bellissimo!) per una domenica in campagna (in vendita da Williams Sonoma).








2.ROMANTICO PER DUE







Aperitivo sulla spiaggia per due. Riempitelo con tartine salate e un vino bianco frizzante. I calici di vetro ci sono già. Appuntamento alle sei e mezzo sulla spiaggia (in vendita su Amazon)











3.FARE A MENO DEI PIATTI…SI PUO’





Le ciotoline di bambù sono perfette per trasportare i cibi a destinazione. Possono contenere pasta fredda, spiedini di pollo e insalate miste. Le trovate qui.











4.INDISPENSABILE WECK





Che cosa si può trasportare e mangiare in un barattolo? Di tutto, dalla insalate di farro e di orzo, a una caprese fatta con pomodori piccadilly e ciliegine di mozzarella e anche un tiramisu. Purchè, in questo caso, il cestino sia termico (oppure pic nic in giardino e barattolo Weck pronto nel frigorifero di casa).








5.ISPIRAZIONE GIAPPONESE





Se nel vostro pic nic c’è qualcosa di esotico, riso freddo con ananas uvetta e pinoli per esempio o dei roll vegetariani fatti con fette di zucchina grigliate ripiene di riso basmati e avocado può essere divertente portarli a destinazione dentro un autentico bento giapponese, per esempio questo.









6.SENZA PIATTI MA POSATE VERE





Lo ammetto, non sopporto le posate di plastica usa e getta, anche perché si rompono sempre sul più bello. Rinunciare ai piatti va bene, ma è meglio che le posate siano vere. Con il manico verde erba per esempio (o azzurro cielo se il vostro pic nic è sul mare). Queste sono di Villeroy &Boch.










7.BIBITE AL FRESCO


Caraffa termica (va bene per bevande calde e fredde) rivestita di neoprene. Potete scegliere il colore ( o i colori!) che preferite. E’ di Eva Solo, design danese dalle linee perfette.






8.ACRILICO MA CHIC


Se le posate sono vere i bicchieri possono essere in plastica. Ho scelto ancora il verde per questi due bellissimi tumbler di Mario Luca Giusti (ma la scelta dei colori è ampia). Talmente belli che quando finisce la stagione dei picnic possono essere utilizzati come segnaposto per una cena apparecchiata in terrazza con qualche fiore all’interno.
Quello sopra con le bolle lo trovata qui, quello qui accanto invece è qui.











9.10.11. OLIO SALE E PEPE SUL POSTO

Non conviene condire a casa le insalate in barattolo. Meglio inserire nel ‘cestino delle vivande’ olio sale e pepe. Ognuno potrà dosare il condimento secondo il proprio gusto e l’insalata rimane croccante e più buona. L’oliera (immagine 9) di Mario Luca Giusti riprende il verde delle posate e dei bicchieri. Sale e pepe possono essere bianchi dalla linea rustica (immagine 10 PotteryBarn) oppure, forse più delicati, ma deliziosamente decorati con frutta e foglie come quelli di Portmeirion (immagine 11).

Immagine 9




















Immagine 10



















Immagine 11
















12. RIEMPITELI DI PANINI





Sono in rattan questi cestini per il pane, da sistemare qua e là sulla coperta da pic nic riempiti di piccoli panini croccanti. Sono in vendita da Crate and Barrel







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13. 14. COMODI SUL PRATO
Munitevi di una coperta impermeabile (immagine 13 di nordichouse) e di tanti cuscini colorati (immagine 14 in vendita su pottery barn).

Immagine 13



















Immagine 14

















15. 16. PER ESAGERARE UN PO’
Se il vostro picnic si svolge … nel giardino di casa (a volte sono i più riusciti!) potete indulgere in un afternoon tea in piena regola. In questo caso tazze vere dall’aspetto campagnolo ma bellissime (immagine 15 di Virginia Casa) ed un elegante thermos (immagine 16 di Flamant) per tenere in caldo il vostro tè.

Immagine 15















Immagine 16














17. PROLUNGARE FINO A TARDI


Quando il sole comincia a calare e l’aria torna fresca è un peccato venire via. Illuminate il vostro pic nic con una bella candela all’interno di una lanterna dalle linee essenziali come questa di Eva Solo.





18. UN PO’ DI TEORIA






A Portland (in Oregon USA) c’è una società del picnic, nata per caso che riunisce veri appassionati del mangiare all’aperto. Qualche anno fa hanno pubblicato questo libro che unisce a illustrazioni deliziose ricette e suggerimenti utili per una giornata da trascorrere sull’erba. Lo trovate su Amazon.










Come sempre non faccio pubblicità, ma solo un elenco di cose a mio parere bellissime.

Appuntamento ad agosto per una gita al mare!

giovedì 14 luglio 2016

Non Ricetta # 10 - Frutta estiva al forno con gelato

L'estate è così, calda, a volte quasi soffocante, caotica e disordinata. Almeno lo è in città, quando gli impegni sono più o meno quelli delle altre stagioni, al lavoro e a casa, mentre tutto il resto sembra seguire ritmi diversi. I mezzi pubblici hanno orari rallentati, alcuni negozi di generi alimentari cominciano a chiudere o comunque sono molto meno forniti del solito, il giornalaio di fiducia va in ferie e devi fare km per riuscire a trovare le solite riviste o rinunciare a comprarle .. insomma le cose da fare sono quasi le stesse ma gli ostacoli aumentano e le forze diminuiscono, almeno le mie. E, lo dico piano piano, io non amo l’estate e sono contenta quando alla fine d’agosto si riprendono i normali ritmi di vita.
Certo ci sono le vacanze, attese con impazienza. Non importa come si trascorrono, sono sempre speciali: restare in città, andare ospiti da amici in campagna, fare un viaggio lontano o gite al mare da mattina a sera, una passeggiata in montagna per fare fotografie o lunghe soste in giardino in compagnia di un libro e di una caraffa di tè freddo. Le vacanze sono prima di tutto una pausa dalla vita di tutti i giorni: si può prolungare la colazione chiacchierando, dimenticare l’orologio nel cassetto e indossare un prendisole e i sandali anche per una passeggiata in città. Ci si può permettere di non pensare a niente, di non fare programmi per la giornata e io spesso rinuncio anche alla mie abituali liste. Almeno in vacanza, solo per tre settimane, ovunque io sia. Si esce per una passeggiata in città nelle ore fresche, alle sette di sera magari, si improvvisa la cena fermandosi in un piccolo ristorante dove non andavamo da tempo, quello che ha un minuscolo giardino sul retro e i tavolini sistemati sotto gli alberi, un po’ traballanti e illuminati dalla luce delle lanterne che pendono dai rami. Il dolce però lo mangiamo a casa, a mezzanotte, con le finestre spalancate che lasciano entrare l’aria finalmente fresca della sera. Una coppetta di frutta zuccherina e tiepida accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia. Perchè appunto l’estate è così.

P.S. la frutta che ho utilizzato era dolce, ho aggiunto solo una limitata quantità di zucchero. Se preferite zuccherare di più, aumentate in proporzione anche l’acqua. Potete scegliere la frutta che preferite, io ho messo albicocche e ciliegie, ma si possono scegliere pesche e mirtilli, susine e pesche, oppure per una versione super ricca mirtilli pesche ciliegie e albicocche.



FRUTTA ESTIVA AL FORNO CON GELATO



La quantità di frutta può essere aumentata a piacere, le dosi che metto di seguito per me sono risultate due porzioni
(le dosi per lo sciroppo di zucchero sono per 350 gr di frutta già pulita, se aumenta la quantità di frutta è necessario adeguare in proporzione lo sciroppo)


350 gr di frutta estiva a piacere (peso già pulito) io ho messo albicocche e ciliegie; la frutta deve essere matura ma soda
20 gr di zucchero semolato
40 gr di acqua
1 bastoncino di cannella
1 cucchiaino di succo di limone


Per servire:
gelato alla vaniglia, ma anche alla crema, alla menta e allo yogurt.

Prepara la frutta: lavala e asciugala bene con uno strofinaccio pulito o carta da cucina.
Lascia le ciliegie intere e elimina il nocciolo.
Dividi le albicocche a metà oppure in quarti se sono grandi, elimina il nocciolo. Io le lascio con la buccia (invece quando uso le pesche le sbuccio).
Sistema la frutta in una teglia foderata con carta da forno, abbondante perché deve essere poi chiusa a formare un cartoccio.
Prepara lo sciroppo e accendi il forno a 170 gradi.
Metti in una pentolina lo zucchero, l’acqua, il succo di limone e il bastoncino di cannella.
Fai sciogliere lo zucchero su fiamma moderata, non deve caramellare, solo fondere bene in modo da diventare uno sciroppo.
Elimina il bastoncino di cannella e versa lo sciroppo di zucchero sulla frutta. Utilizzando un cucchiaio mescola in modo che lo sciroppo rivesta almeno un po’ la frutta.
Chiudi la carta da forno intorno alla frutta, in modo da formare un cartoccio e metti in forno già caldo (170 gradi) per 15 / 20 minuti.
Il tempo di cottura dipende dal grado di maturazione della frutta e da quanto si desidera morbida, non deve disfarsi. Cuocendo, la frutta sparge un profumo delizioso e forma un succo rosato buonissimo.
Quando la frutta è cotta estraila dal forno, apri il cartoccio e lascia intiepidire.
Servila tiepida o fredda con palline di gelato.
La frutta si conserva in frigo in un contenitore di vetro per due giorni, ma è più buona mangiata subito.

EASY: dessert dopo cena: prepara delle coppette con la frutta sul fondo, palline di gelato sopra, distribuisci su tutto il succo della frutta che si è formato in cottura e scaglie di mandorle tostate.



CHIC: ottima anche a colazione, per preparare una specie di pain perdu: aggiungi la frutta su fette di pan brioche appena tostato, spalmate con un velo sottile di ricotta. Con una tazza di caffè americano (il mio preferito la domenica) e un libro è la colazione perfetta per una mattina di vacanza.