mercoledì 25 dicembre 2013

BUON NATALE

                                     Voglio dedicare questo Natale alla mia famiglia.

                                              Auguri a tutti di Buon Natale.
                                                               Antonella

mercoledì 18 dicembre 2013

Cioccolatoni double face con cranberries

E’ vero, lo so, io a Natale con i dolci esagero. A mio parere sono una componente fondamentale della festa e non è un vero Natale se non c’è un’ampia.. possibilità di scelta! Si comincia con la cena del 24 sera a casa dei miei genitori. Sono una senese ‘atipica’ perché non mi piacciono (per niente, non li assaggio nemmeno per sbaglio) né panforte né ricciarelli, che comunque a casa non mancano mai perché mio papà – giustamente – li considera ‘ i veri dolci di Natale’. Mia mamma li porta in tavola alla fine del pasto insieme ad (almeno) altri due dolci, uno a base di cioccolato per me che ne sono golosissima ed uno senza per mia sorella che è allergica e non mangia cioccolato. Si prosegue la mattina del 25 con qualcosa di speciale per la colazione (in genere lo preparo io e lo porto a Siena dai miei): l’anno scorso ho fatto delle mini brioches alla cannella, quest’anno mi ispirano molto i dolcetti che sono sulla copertina del numero di dicembre de La Cucina Italiana. In genere per la cena di Natale che faccio a casa mia (quasi mai il 25, qualche giorno dopo magari) c’è un dolce al cucchiaio (una bavarese come l’anno scorso oppure panna cotta, crème brulée…) e un mini-panettone comprato, ancora non ho mai provato a farlo in casa.
Ma quello che mi diverte di più è preparare tante piccole golosità da servire e ‘gustare’ lontano dalla tavola: mentre si scartano i regali la sera del 24 aspettando la mezzanotte, il 25 pomeriggio prima di andare al cinema, in una sera qualsiasi con un libro e una tisana per una pausa relax dopo cena.
Purtroppo i miei dolci non sono mai molto belli, penso di poter imparare prima o poi, ma ancora non riesco a dare un aspetto davvero invitante a quelli che faccio. Ma se c’è un periodo per servire dolci fatti in casa, anche se non sono perfetti come quelli che si acquistano, a mio parere è proprio quello delle feste di Natale: piccole meringhe, cioccolatini fatti in casa (o cioccolatoni come quelli che presento oggi), gelatine di frutta, biscottini di Natale speziati e cavallucci (l’unico dolce senese che mi piace davvero e che facciamo in casa con la ricetta di un’amica della mia mamma) e i ‘pallotti’ – li chiamo così - che sono una specie di tartufi che faccio ogni anno solo in questo periodo. Mi piace distribuirli in scatoline di vetro e piccole alzate con la cupola e tenerli sempre sottomano, perché a Natale.. si deve proprio straviziare un po’.  


CIOCCOLATONI DOUBLE FACE CON CRANBERRIES



(il numero dei cioccolatini dipende dalla grandezza dello stampo. Io ho usato uno stampo di silicone con diametro 3,5 cm ed ho ottenuto 12 cioccolatoni)


200 gr di cioccolato fondente al 65%
100 gr di cioccolato bianco
50 gr di cranberries disidratati (o altri frutti rossi)

Per sciogliere il cioccolato ho utilizzato un termometro, che però non è indispensabile. E’ sufficiente fare attenzione che l’acqua del bagnomaria non tocchi la pentolina con il cioccolato e a non inserire tutto insieme il cioccolato da fondere, ma aggiungerlo in rate successive in modo da abbassare un po’ la temperatura.


Spezzetta il cioccolato fondente e mettine due terzi in una pentolina per scioglierlo a bagnomaria, facendo attenzione che l’acqua non tocchi il fondo della pentolina nel quale è inserito il cioccolato.
Mescola il cioccolato con una spatola di silicone e quando la temperatura del cioccolato raggiunge i 50 gradi toglilo dal fuoco.
Aggiungi il cioccolato restante e continua a mescolare lontano dal fuoco fino a quando tutto il cioccolato sarà completamente fuso.
Versa il cioccolato negli stampini di silicone, riempiendoli solo per metà.
Lascia raffreddare completamente e poi metti in frigorifero a solidificare per almeno tre ore.
Quando i cioccolatini nel frigo sono completamente solidi, inizia a lavorare il cioccolato bianco.
Scioglilo a bagnomaria con lo stesso metodo utilizzato per quello nero (prima i due terzi sul fuoco, poi, raggiunti i 50 gradi, togli dal fuoco e inserisci il cioccolato restante mescolando fino a completa fusione).
Quando anche il cioccolato bianco è completamente fuso aggiungi i frutti rossi disidratati mescolando rapidamente.
Versa la miscela di cioccolato bianco e frutta negli stampini sopra lo strato di cioccolato nero.
Lascia raffreddare e metti in frigorifero per almeno tre ore.
Quando sono solidificati estraili delicatamente dallo stampo in silicone.
Si conservano in frigorifero per quattro giorni.
Prima di servirli lasciali una mezz’ora a temperatura ambiente.


EASY: confeziona ogni cioccolatone in una busta di plastica per alimenti trasparente, lega con un nastro natalizio e utilizzalo come segnaposto goloso per il tè di Natale.



 

CHIC: utilizza degli stampini più piccoli di quelli che ho impiegato io, in modo da ottenere delle ‘praline bigusto’ e servile dopo cena con piccole meringhe e gelatine di frutta.

mercoledì 11 dicembre 2013

Biscotti natalizi alle mandorle e arancia

Quando ero piccola una pubblicità diceva ‘Natale.. quando arriva arriva’. Io non lo so quando arriverà per me quest’anno il Natale, per ora sono totalmente impreparata e indietro con tutto. A me il Natale piace molto, mi piace l’atmosfera, l’idea di preparare una festa in cui tutta la famiglia si ritrova e ognuno di noi ha per gli altri una piccola sorpresa. Non parlo di regali, ma di tante altre piccole cose che fanno il ‘nostro natale’: mia mamma tiene ‘segreto’ il menu della cena del 24 sera e il modo in cui apparecchierà la tavola, io preparo ogni anno dei segnaposto e nessuno deve sapere di cosa si tratta, mia sorella che è molto fantasiosa ci sorprende con dei lavoretti home made (l’anno scorso deliziosi cuori di feltro) o con dei pacchetti confezionati con fiocchi giganti, fiori secchi e fili di rafia. La festa ‘vera’ purtroppo dura solo poche ore, ma a me piace molto prepararla con calma, iniziando il primo dicembre a pensare al Natale che verrà, in modo da prolungare l’atmosfera natalizia il più possibile.
Sono molto abitudinaria e in genere faccio tutti gli anni le stesse cose. La prima settimana di dicembre rileggo il mio libro sul Natale preferito, tutti gli anni lo stesso, ricco di idee su come apparecchiare la tavola, di ricette golose e di suggerimenti per addobbare la casa in modo che in ogni stanza ci sia un po’ di ..Natale. Poi inizio a preparare le mie liste: regali da comprare, idee per i segnaposto, l’apparecchiatura della tavola e altre decorazioni, ricette per la cena che farò qualche giorno prima del 24 qui a casa mia e per il  tè con il quale di solito una domenica pomeriggio a metà dicembre ci vediamo per scambiare gli auguri con gli amici.
L’8 dicembre tiro fuori le tazze per la colazione con i decori natalizi, faccio albero e presepe e spargo per casa una serie infinita di decorazioni, candele profumate, una collezione di Babbo Natale di ogni genere raccolti negli anni, grappoli di palline appesi alle finestre. Quasi spero che l’8 sia brutto tempo per poter dedicare il pomeriggio a fare i biscotti che da un po’ di anni sono entrati a far parte della tradizione del ‘mio Natale’. Bene, quest’anno fino ad ora non ho fatto niente di niente, tranne rileggere il librone - perché per quello non è stato difficile trovare un po’ di tempo – e decidere che quest’anno i colori del mio Natale saranno blu e oro. Non riesco a trovare la concentrazione né il tempo per fare qualcosa di bello, per rispettare il mio ‘programma Natale’ di ogni anno. Ho preparato di corsa un cestino di biscotti senza nemmeno avere il tempo di decorarli con la glassa e renderli un po’ più carini.
Nei biscotti di quest’anno quasi non ho messo spezie  ed ho scelto di aromatizzarli con la buccia di arancia.
 

BISCOTTI NATALIZI ALLE MANDORLE E ARANCIA




(il numero dei biscottini ottenuti dipende dalla dimensione degli stampi, io con questa dose ne preparo 30 con stampini medi una ventina se uso stampi più grandi)


180gr di farina 00
80 gr di mandorle (peso già sgusciate)
50 gr di burro non  salato freddo
50 gr di burro salato freddo
80 gr di zucchero a velo
2 tuorli d’uovo
1 bel pizzico di zenzero in polvere
1 arancia bio




Con un tritatutto riduci le mandorle in polvere fine, quasi una farina e aggiungi lo zenzero.
Lava l’arancia e grattugia la buccia stando attenta a non intaccare la parte bianca che è amara.
Aggiungi al mix di mandorle e zenzero la buccia di arancia.
In una ciotola mescola lo zucchero con tutto il burro  (salato e non) a pezzetti.
Aggiungi i tuorli uno per volta, unendo il secondo solo quando il primo è ben amalgamato.
Aggiungi la farina setacciata e impasta rapidamente fino a quando tutti gli ingredienti sono ben amalgamati, ma senza scaldare troppo la pasta con le mani.
Per ultima aggiungi la farina di mandorle impastando rapidamente un’ultima volta.
Togli l’impasto dalla ciotola, forma una palla, avvolgila nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per almeno due ore.
Trascorso questo tempo, accendi il forno a 180 gradi.
Stendi la pasta dello spessore che preferisci (a me i biscotti di Natale piacciono piuttosto spessi e consistenti), tagliala utilizzando formine per biscotti con disegni natalizi.
Se ti serve, fai il buco per il nastrino utilizzando uno spiedino di legno.
Cuoci in forno già caldo per 15 / 18 minuti al massimo.
Metti i biscotti a raffreddare e quando sono freddi  inserisci (se li hai previsti) i nastrini per appenderli all’albero.




EASY: un classico: appendili all’albero di Natale legandoli con nastrini colorati.





  

CHIC: utilizza delle formine abbastanza grandi in modo da ottenere dei ‘biscottoni’. Confeziona ogni biscottone inserendolo in una bustina trasparente e legalo con un nastro bianco al manico di una bella tazza mug rossa che regalerai alle tue amiche quando vi scambiate gli auguri.

mercoledì 20 novembre 2013

Crema di zucca gialla e patate

Purtroppo non ho molta fantasia o forse dovrei dire ‘capacità inventiva’. Questo spiega perché avendo a disposizione una crema così fotogenica – così arancione e vellutata è davvero bellissima da fotografare - sono riuscita a fare una foto piuttosto banale, mettendola semplicemente all’interno di una scodellina bianchissima. Per servire creme e zuppe mi piace utilizzare le ciotoline invece che vere scodelle; qualche settimana fa ho visto in una vetrina un servito di piatti delizioso che al posto della normale scodella ha una ciotolina che sembra la corolla di un fiore. Ci sto facendo un pensierino.. magari solo due posti tavola… Ma per tornare alla questione della fantasia, ne ho davvero pochissima ed è un peccato perché penso che la capacità di immaginare sia una delle qualità più belle che si possono possedere. Immaginare storie, fotografie, come apparecchiare la tavola o come vestirsi.. probabilmente esistono vari modi di dar vita alla propria creatività e penso che ci sia molta soddisfazione a trasformarla in qualcosa di concreto, di qualunque genere sia – una torta particolare, un racconto breve, la foto di un paesaggio o un piccolo acquerello .. devo ammettere che riuscire a dipingere acquerelli sarebbe uno dei miei sogni nel cassetto.
Sto rileggendo le “Favole al telefono” di Gianni Rodari, che di immaginazione ne aveva da vendere, forse a questo è dovuto il tema di questo post, perché mi ha colpito moltissimo la fantasia con cui riesce a inventare storie.. dal niente. Ricordavo di averne letta qualcuna su un’antologia che avevo alle scuole medie e quest’estate quando l’ho visto ristampato in libreria l’ho acquistato subito. Una sessantina di piccole storie (alcune non più lunghe di una paginetta), alcune molto tenere e delicate, altre che forse non farei leggere ad un bambino.. un po’ troppo malinconiche e tutte, davvero tutte, talmente fantasiose che incantano. In una delle mie preferite c’è uno scienziato che inventa ‘una macchina per fare il solletico alle pere, una pentola per friggere il ghiaccio, una bilancia per pesare le nuvole, un telefono per parlare con i sassi…”. Deliziosa.

 
CREMA DI ZUCCA GIALLA E PATATE



Ingredienti per 4 persone

600 gr di zucca  gialla (peso della zucca già pulita)
1 patata rossa (circa 250 gr)
1 cipolla di Tropea
1l. di brodo vegetale
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale
noce moscata (se la utilizzi)

Per guarnire:
100 gr di gorgonzola
2 fette di pane integrale
Sale nero
Olio extra vergine di oliva

Taglia la zucca già pulita in cubetti (non piccoli dadini, cubetti piuttosto grandi).
Sbuccia la patata, lavala e tagliala in cubetti di dimensioni simili a quelli della zucca.
Sbuccia la cipolla, lavala e affettala sottile.
In una pentola capiente metti le tre verdure, l’olio extra vergine di oliva, condisci con una presa di sale e fai insaporire le verdure a fiamma bassissima per qualche minuto, mescolando spesso con un mestolo di legno.
Prima che le verdure inizino ad attaccarsi aggiungi nella pentola il brodo vegetale caldo, fino a coprire a filo le verdure (potrebbe non servirti tutto).
Copri e lascia cuocere a fiamma bassa per 45 minuti.
Trascorso questo tempo, spengi il fuoco e frulla la crema con un frullatore ad immersione (se la preferisci piuttosto densa, prima di frullarla elimina un po’ di brodo).
Fuori dal fuoco aggiungi una grattata di noce moscata, lascia insaporire qualche minuto e servi calda con fiocchetti di gorgonzola e crostini di pane integrale ottenuti facendo saltare in una padella antiaderente dei quadretti di pane con un filo di olio e sale nero.

EASY: vero comfort food per una cena autunnale: portala in tavola all’interno di una zucca svuotata e ben lavata.






 CHIC:  servi la zuppa direttamente in ciotoline individuali senza gorgonzola né crostini. Disponi al centro del tavolo un vassoio con più recipienti con condimenti diversi: tocchetti di gorgonzola, erba cipollina tagliata finemente, una lattiera con panna acida, parmigiano grattato, semi di zucca tostati, crostini di pane e lascia che ciascun commensale condisca la propria zuppa come vuole (ottima con panna acida e semi di zucca tostati) 

mercoledì 13 novembre 2013

Biscottoni per la colazione al cacao e fior di sale

L’ho già detto e lo ripeto: autunno e inverno sono le mie stagioni preferite. E girando qua e là tra i vari blog, non solo di cucina, ma anche di moda, stili di vita, arredamento..sono talmente tanti quelli che mi piace leggere.. ho visto che è un pensiero condiviso da molte persone. Anzi ho letto in qualche blog liste ricchissime di motivi per i quali vale la pena amare l’autunno e l’inverno. L’idea mi è piaciuta così tanto che ecco la mia lista di nove motivi (seri e meno seri) per i quali io adoro l’autunno.
  1. Si possono indossare gli Hunter - gli stivali di gomma che da piccola avrei chiamato ‘calosce’ e mi sarei rifiutata di mettere, ma che adesso con i calzettoni di lana pesante .. mi sembrano così indispensabili!
  2. Si può andare in giro per i boschi in cerca di   castagne, arrostirle sulla brace e mangiarle lentamente in compagnia, con un bicchiere di vino rosso – sono quasi astemia ma in certe occasioni faccio un’eccezione.
  3. E’ il momento in cui fare progetti e programmi per l’anno che verrà.
  4. Posso mettere i collant di lana pesantissimi, i miei preferiti… che sarebbero perfetti con sottane e vestiti di maglia, ma io porto quasi esclusivamente pantaloni.
  5. Si può cenare davanti al camino acceso. Apparecchiare la tavola vicino al fuoco oppure dimenticare le sedie e accomodarsi sul divano, appoggiando vassoi ben forniti su un tavolino basso proprio davanti al camino.
  6. Ci si può vestire a strati e a me piace moltissimo sovrapporre t-shirt, mini maglioncini, cardigan, sciarpe e cappotto.
  7. Mi piace passeggiare nei boschi e fotografare i bellissimi colori degli alberi e delle foglie in autunno. Il sogno è quello di andare una volta o l’altra nel Vermont, mi dicono che i suoi boschi siano perfetti per osservare il ‘foliage’. Ma sono bellissimi qui nei dintorni anche il parco Pesio e i vigneti delle Langhe.
  8. Adoro trascorrere pigre domeniche pomeriggio con un bel libro e un tè caldo aromatizzato alla cannella. E l’autunno è  la stagione perfetta per farlo, alle 5 è già buio, fuori comincia a fare freddissimo e trovo che non ci sia modo migliore di trascorrere le ultime ore del fine settimana.
  9. Si possono mangiare a colazione golosissimi biscotti al cacao, come quelli che presento oggi. Si preparano magari in un pomeriggio di pioggia e si conservano per la colazione della domenica.


 
BISCOTTONI AL CACAO E FIOR DI SALE




(il numero dei biscotti ottenuti dipende dalla dimensione delle formine che si utilizzano, io con il timbro HOME MADE  ne preparo 15)


180 gr di farina 00
80 gr di burro freddo
80 gr di zucchero a velo
2 tuorli d’uovo
20 gr di cacao amaro
6 gr di fior di sale di Camargue



In una ciotola amalgama con una forchetta lo zucchero e il burro freddo a pezzetti.
Aggiungi i tuorli uno per volta, unendo il secondo solo quando il primo è amalgamato.
Aggiungi la farina setacciata con il cacao e da ultimo il fior di sale.
Impasta rapidamente fino a quando tutti gli ingredienti sono ben amalgamati, ma senza scaldare troppo la pasta con le mani.
Togli l’impasto dalla ciotola, forma una palla, avvolgila nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per tre ore.
Trascorso questo tempo, accendi il forno a 180 gradi.
Lascia riposare qualche minuto la pasta fuori dal frigo e stendila dello spessore che preferisci (io faccio dei biscottoni piuttosto spessi).
Forma i biscotti  utilizzando un timbro di silicone o ritagliala con la formina che preferisci.
Mentre il forno raggiunge la temperatura di 180 gradi lascia riposare ancora qualche minuto i biscotti in frigorifero.
Cuoci in forno già caldo per 15 /18 minuti al massimo.
Sforna i biscottoni e lasciali raffreddare su una griglia per dolci.




EASY: a colazione con una tazza di latte bollente (il gusto del caffè con il fior di sale non mi piace molto).




 CHIC: dessert per cena: utilizza delle formine da biscotti molto piccole, prepara dei mini cookies e sistemali in una bella coppa di vetro o di cristallo. Portali in tavola insieme a coppette con gelato alla vaniglia. 

martedì 29 ottobre 2013

La non ricetta - suggerimento goloso # 5 - Crostini chèvre fichi e miele

Mi capita ogni tanto di cenare da sola perché mio marito è fuori per lavoro. In genere in questo caso scelgo tra due possibili soluzioni. La prima: tavola ben apparecchiata, preparo uno dei miei piatti preferiti e mi siedo a tavola con un libro. Lo so che non si dovrebbe leggere mentre si mangia, ma è uno dei miei ‘lussi’ preferiti quando ceno da sola. L’altra possibilità è preparare una certa varietà di ‘stuzzichini’, un piccolo dolce, sistemare tutto su un tavolino basso davanti alla tv e scegliere un DVD. Non amo guardare la TV ma ho alcuni dei miei film ‘cult’ che posso rivedere decine di volte senza stancarmi mai. Niente di particolarmente impegnativo, commedie leggere sul genere di ‘Sliding Doors’, veri classici come ‘Colazione da Tiffany’ o una meravigliosa versione di ‘Orgoglio e Pregiudizio’ ancora in bianco e nero con Laurence Olivier. In entrambi i casi la mia cena dura quasi due ore, sono lenta anzi lentissima, se poi ci ‘abbino’ la lettura o un film posso stare lì anche tutta la serata.
In genere la scelta ‘piatto cucinato più libro’ è quella delle serata più fredde, quando è piacevole mangiare qualcosa di caldo, addirittura fumante (una zuppa cremosa per esempio o una minestra di verdure), mentre la soluzione davanti alla TV è quella che adotto quando sono talmente stanca da non riuscire a concentrarmi su nessun libro, come è successo la settimana scorsa. Avevo del pane fresco, una buona scelta di formaggi, un avanzo di crema catalana e come mini aperitivo mi sono preparata questi crostini con fichi e chèvre che sono tra i miei preferiti. Se volete aggiungere una nota ancora più golosa e croccante si possono completare con dei gherigli di noce lievemente tostati in una padella antiaderente.




CROSTINI CON CHEVRE MIELE E FICHI




Ingredienti per 4 crostini (dosi MOLTO indicative):


Mezza baguette
2 fichi neri
160 gr di buche de chèvre
4 cucchiaini abbondanti di miele di acacia
Una decina di gherigli di noce (se ti piacciono, io non li ho messi)


Lava i fichi, sbucciali e taglia ogni frutto a metà.
Suddividi il formaggio in quattro parti uguali.
Affetta il pane e tostalo leggermente sotto il grill.
Se le usi, tosta anche le noci per qualche minuto sul fuoco in una padella antiaderente.
Componi i crostini disponendo su ogni fetta di pane il formaggio, mezzo fico e un po’ di noci spezzettate grossolanamente (se hai deciso di usarle).
Completa con un cucchiaio abbondante di miele di acacia. Quello che utilizzo io è piuttosto liquido, se non lo fosse scaldalo leggermente prima di distribuirlo sul pane.


EASY: come aperitivo per una cena autunnale.







CHIC:  non preparare i crostini, ma servi a fine pasto al posto dei formaggi un vassoio con fichi già sbucciati e quadrotti di chèvre e aggiungi sulla tavola piccole ciotoline con il miele liquido.   

giovedì 17 ottobre 2013

Pane alla cannella miele e noci

Quando ero piccola per me mangiare era un vero sacrificio, non mi piaceva quasi niente e facevo storie per tutto. Crescendo sono un po’ cambiata, anzi tanto, ho acquistato il gusto ‘delle cose buone’ e l’idea di sedermi a tavola di fronte a qualcosa di ben cucinato mi attira moltissimo. Mi piace cucinare, curare la tavola (per quanto riesco, non ho molta fantasia e a volte le mie ‘apparecchiature’ non sono così carine come vorrei), girare per i negozi che vendono specialità alimentari e nei mercati di frutta e verdura, qui a Torino alcuni sono bellissimi. Ma non sono mai diventata una vera golosa e, anche se la mia mamma questo non dovrebbe leggerlo, a volte salto il pranzo e neanche me ne accorgo.
Ci sono però due cose di fronte alle quali proprio non so resistere e mi trasformo in una vera golosa: il cioccolato – semplici tavolette, cioccolatini, torte tutto cioccolato … - e il pane. Sono quasi otto anni che abito a Torino ma solo due anni fa ho scoperto un panificio meraviglioso, una specie di piccolo paradiso delle ‘cose lievitate’. Ci sono decine di tipi di pane (anche una versione molto simile al pane toscano ‘sciocco’ ovvero senza sale che è una delle mie preferite), integrale, di segale, con farina di kamut. Pan brioche all’olio e quello con le albicocche secche per la colazione, baguettes buone come quelle parigine – oltre a ciambelloni attraenti come quelli fatti in casa, torte soffici per il tè e pizze e focacce di ogni tipo. Qualche settimana fa ero andata per acquistare una delle mie pagnotte preferite (pane ‘tipo tirolese’ di segale talmente soffice e buono che sembra davvero un dolce), non c’era e la signora che serviva al banco mi ha proposto di assaggiare un pane al miele, cannella e noci. Buonissimo. La cannella è una delle mie spezie preferite ma non avevo mai pensato di utilizzarla per fare un pane, nel pan brioche d’accordo, ma mai in un ‘vero pane’.
Mi è piaciuto così tanto che ho riprovato a farlo a casa; ho utilizzato il metodo ‘senza impasto’ – del quale ho parlato qui – e il risultato mi è piaciuto molto anche se per ora non sono riuscita ad ottenere un pane così soffice come quello del mio fornaio preferito!
Con questa ricetta avrei voluto partecipare al WBD che era proprio ieri, ma .. non ne ho avuto il coraggio.. dopo un solo anno (e mezzo quasi) di blog il WBD mette ancora un po’ paura! Così lo pubblico oggi.
Per la dose della cannella fate delle prove, a me piace quando il gusto della cannella si percepisce ma non è troppo .. invasivo, aumentate o diminuite la dose a seconda dei vostri gusti.





PANE ALLA CANNELLA MIELE E NOCI




Ingredienti per una pagnotta:
  
250 gr di  Farina 00
250 gr di Farina Manitoba
350 gr di acqua
10 gr  di sale grosso di Camargue
3 gr di lievito di birra fresco
7 gr di cannella macinata
15 gr di miele di acacia
100 gr di gherigli di noce (peso dei gherigli, senza il guscio)



Metti in una ciotola le due farine condite con il sale e la cannella.
Sciogli il lievito nell'acqua appena tiepida con il miele e aggiungilo alle farine.
Mescola rapidamente con una forchetta per incorporare tutta l’acqua (si ottiene un impasto morbido), non devi impastare con le mani.
Copri con un canovaccio (pellicola o coperchio se scegli la lievitazione in frigorifero) e lascia lievitare a temperatura ambiente per 24 ore.
Prima di riprendere la pasta fai tostare sul fuoco in una padellina antiaderente i gherigli di noce tritati grossolanamente fino a quando sono lievemente abbrustoliti.
Lasciali raffreddare prima di aggiungerli alla pasta.
Trascorso il tempo di lievitazione, rovescia la pasta su un piano infarinato, cospargila con i gherigli di noce e fai tre serie di pieghe a portafoglio (vedi qui un piccolo video).
Avvolgi il panetto in un canovaccio molto ben infarinato, lasciando la chiusura delle pieghe del panetto in basso.
Lascia lievitare così per 3 ore a temperatura ambiente (questa lievitazione la faccio a temperatura ambiente anche quando la prima è fatta in frigorifero).
Mezz’ora prima di infornare il pane, riscalda il forno al 250 gradi, mettendo all’interno una pentola nella quale poi cuocerai il pane. Io utilizzo una pentola di ceramica, ma vanno bene anche pyrex e acciaio purchè sia disponibile un coperchio per chiudere la pentola.
Trascorso il tempo della seconda lievitazione, inserisci il pane nella pentola (bollente!) capovolgendolo direttamente dal canovaccio, in modo che le pieghe del panetto che erano sotto si ritrovino in alto.
Chiudi la pentola con un coperchio (non riscaldato) e lascia cuocere coperto per 30 minuti.
Trascorso questo tempo, togli il coperchio, abbassa la temperatura a 180 gradi e fai cuocere il pane ancora 15 minuti.
Lascia raffreddare su una gratella per dolci.




EASY: affettalo per la colazione e servilo con burro e confettura di albicocche o arance





CHIC:  suggerimento per un aperitivo: da ogni fetta di pane ricava 4 rettangoli (tipo crostini), spalmali di taleggio, aggiungi un filo di miele di acacia e servi con vino bianco frizzante.

martedì 8 ottobre 2013

Peperoni ripieni di cuscus

Ho preparato questi peperoni che sanno ancora d’estate una decina di giorni fa, quando qui a Torino il tempo era ancora soleggiato e lievemente estivo. Non ho avuto il tempo di pubblicarli fino ad oggi e ora con questa pioggia, il cielo grigio e l’aria già autunnale sono un po’ fuori tema: il cuscus mi piace moltissimo, ma, non so per quale ragione, lo utilizzo quasi esclusivamente in estate.
A fine Agosto una mia amica ha organizzato una ‘cena a tema’. E’ una sua abitudine molto carina: ogni tanto invita amiche e amici appassionati di cucina, propone il tema della serata ed ogni ‘invitato’ deve portare un piatto che sia in linea.. con l’argomento del giorno. E’ un modo simpatico di ritrovarsi insieme ogni tanto e di scoprire come utilizzare in modo nuovo e fantasioso uno stesso ingrediente. Abbiamo già fatto la ‘cena spagnola’ – qualcuno aveva portato una crema catalana degna del migliore ristorante di Barcellona- un dopocena tutto cioccolato e la serata solo pizza. Nella cena di fine Agosto il tema era appunto il cuscus. E’ stata una delle più divertenti perché il cuscus è talmente versatile che c’era davvero di tutto: piatti a base di sole verdure, un ottimo cuscus di pesce e anche un golosissimo dolce, bicchierini di cuscus zuccherato e condito con pistacchi, mandorle, buccia di limone grattugiata e spezie varie (appena riesco ad avere la ricetta proverò a rifarlo, era davvero molto buono e particolare).
Io avevo preparato questi peperoni utilizzando dei peperoncini piccoli (quelli che di solito si mettono sott’olio ripieni di tonno o altro) ed ho ottenuto una versione ‘mignon’  da aperitivo.
Ci sono piaciuti e li ho rifatti una decina di giorni fa per cena.


PEPERONI RIPIENI DI CUSCUS



4 peperoni grandi o 10 peperoni piccoli
180 gr di cuscus precotto
400 gr di pomodori ciliegini
2 cetrioli
1 limone bio
Tabasco
basilico fresco
sale
olio extravergine di oliva

Porta a ebollizione 300 gr di acqua.
Quando l’acqua bolle, toglila dal fuoco e aggiungi due cucchiai di olio extra vergine di oliva, un cucchiaino di sale, qualche goccia di Tabasco, tre cucchiai di succo di limone e un cucchiaino da caffè di buccia di limone grattata.
Versa a pioggia il cuscus nell’acqua bollente così ‘condita’ e sgranalo con una forchetta.
Copri e lascia riposare coperto fino a quando il cuscus avrà assorbito tutto il liquido (circa 20 minuti).
Trascorso questo tempo, aggiusta di sale e  trasferisci il cuscus sgranato in un ampio piatto di portata.
Accendi il forno a 180 gradi.
Lava i peperoni, togli la calotta senza buttarla via ed elimina i filamenti bianchi all’interno facendo attenzione a non rompere i peperoni.
Spennella l’esterno dei peperoni e le calotte con olio extra vergine di oliva.
Disponi i peperoni insieme alle calotte capovolti su una teglia foderata di carta da forno. Salali leggermente e mettili in forno già caldo per una ventina di minuti (30/35 minuti se hai scelto i pomodori grandi).
Lava i pomodorini e dividili in due se sono piccoli, in quattro pezzi se sono un po’ più grandi.
Sbuccia, lava e taglia a cubetti i due cetrioli. Condisci con poco olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale.
Quando il cuscus è pronto e ben sgranato condiscilo con i cubetti di cetriolo e i pomodorini. Aggiusta di sale (i pomodori non sono stati ancora salati) e aggiungi alcune foglie di basilico tritato finemente e – se ti piace- ancora un cucchiaino della buccia grattata del limone.
Appena i peperoni cominciano ad ammorbidirsi, toglili dal forno e lasciali raffreddare.
Quando i peperoni sono tiepidi, riempili con il cuscus e condisci con un filo di olio extravergine di oliva. Servi i peperoni coperti con la loro calottina.


EASY: quasi un piatto unico. Utilizza i peperoni grandi e servili tiepidi per pranzo accompagnati da insalata fresca.



CHIC: se utilizzi i peperoni piccoli, puoi servirli come antipasto insieme a cubetti di formaggio primo sale.




giovedì 19 settembre 2013

Confettura di susine e chiodi di garofano

Sono abituata a svegliarmi prestissimo, in genere almeno due ore prima di uscire di casa. Così appena sveglia preparo in silenzio il caffè e mi dedico per un’ora (qualche volta un po’ meno) alla lettura. Odio andare di corsa appena sveglia e preferisco alzarmi con MOLTO anticipo per avere il tempo di fare le cose con calma, tutte quelle alle quali sono abituata, inclusa la pausa caffè con un libro e poco prima di uscire la colazione che faccio seduta a tavola, anche solo dieci minuti, con il resto della famiglia. La mia colazione preferita è una tazza (piuttosto gigante devo ammettere) di orzo con pane e marmellata. Il sabato e la domenica posso fare qualche variazione al mio ‘menu-colazione’, aggiungendo un piattino di biscotti, un muffin o una fetta di torta, tanto per riconoscere il giorno festivo, ma durante la settimana non mi muovo da pane e marmellata. Le marmellate confezionate - anzi il termine giusto sarebbe confetture, ma io sono abituata a chiamarle tutte marmellate - proprio non mi piacciono perché non riesco a sentire il gusto vero della frutta. Ne ho provate di ogni tipo, ma non sono riuscita a trovarne nessuna che mi soddisfacesse. Ogni tanto mi faccio attrarre dai barattolini di bellissime confezioni che si trovano in qualche negozio speciale (magari quelli che vendono tè ed hanno scaffali coloratissimi di marmellate e confetture di ogni tipo), ma quando vado ad assaggiare rimango sempre delusa. Per questo ho bisogno di scorte di marmellata home made. Come forse ho già detto l’anno scorso, la mia fornitrice ufficiale è mia mamma che riesce a fare una quantità di barattoli incredibile: pesche, susine, pere, albicocche (che in genere è destinata a mio cognato perché è la sua preferita). Io mi limito ad una decina di barattoli con la frutta estiva  e altrettanti in inverno con mele e arance. Quest’anno oltre alla confettura di melone e pesche che avevo postato qui, ho preparato questa con susine e chiodi di garofano che mentre cuoce riempie la cucina di un profumo delizioso.    


CONFETTURA DI SUSINE AROMATIZZATA CON CHIODI DI GAROFANO




(con queste dosi ho ottenuto 4 barattolini da 250 ml)

1 kg di susine (il peso è quello delle susine già sbucciate e denocciolate)
300 gr di zucchero semolato (ho utilizzato quello superfine tipo Zefiro)
4 chiodi di garofano
il succo spremuto di un piccolo limone



Taglia le susine in quattro se non sono molto grandi, altrimenti in sei spicchietti e mettile in una ciotola di vetro capiente.
Aggiungi tutto lo zucchero e il succo del limone e mescola in modo da distribuire bene lo zucchero.
Lascia riposare in frigo per 12 ore, mescolando ogni tanto,  in modo che lo zucchero si sciolga completamente.
Trascorso questo tempo, versa il contenuto della ciotola in una casseruola che utilizzerai per cuocere la marmellata.
Aggiungi nella pentola i chiodi di garofano chiusi in una piccola garza in modo che poi possano essere eliminati.
Metti sul fuoco medio, porta a bollore mescolando spesso (eventualmente elimina la schiuma che si forma in superficie) e lascia cuocere fino a raggiungere la consistenza voluta (io ho impiegato 45 minuti).
Al termine della cottura la frutta era quasi totalmente disfatta e non ho avuto la necessità di passarla, a me piace che rimanga qualche piccolo pezzetto.
Elimina i chiodi di garofano.
Invasa la confettura nei barattolini sterilizzati in precedenza e chiudi con coperchi nuovi.
Lascia raffreddare i barattolini capovolti.
Esegui una seconda sterilizzazione facendo bollire i barattoli avvolti in canovacci puliti in una pentola piena d’acqua per 45 minuti.
Terminata la sterilizzazione, spengi e lascia raffreddare i barattoli all’interno della pentola.
Conserva la confettura al riparo dalla luce.



EASY: colazione in settimana: spalmata sul pane, si accompagna molto bene al pane di segale.
 



CHIC: colazione della domenica: prepara una macedonia di frutta, lasciando i pezzi piuttosto grandi e accompagnala a yogurt bianco dolcificato con un po’ di questa marmellata.


venerdì 13 settembre 2013

Onde di Cioccolato Amaro

Non riesco a partire per le vacanze senza portarmi dietro almeno una decina di libri di vario genere: cucina naturalmente, qualche romanzetto di quelli che io chiamo rilassanti e qualcosa di più impegnativo (io adoro la storia, soprattutto il medioevo e la storia dell’arte.. tutta). Non sto scherzando e non dipende da quanto sono lunghe le ferie, una settimana o un mese, il numero dei libri non cambia e le mie valige pesano sempre .. troppo. Lo sa bene la mia mamma che mi ‘brontola’ sempre perché porto valige troppo pesanti: anche quando vado da loro solo per un fine settimana ho dietro un trolley che è un vero macigno a causa della quantità di libri e riviste che riesco a metterci dentro. Ma non è vera vacanza se non ho con me un po’ dei miei bellissimi libri e la possibilità, se voglio, di leggere un giorno una cosa, il giorno dopo un’altra. Devo ricostruire, ovunque io vada, una mini ‘succursale’ della mia libreria di casa.
Tra i libri che avevo portato quest’estate c’è questo delizioso ricettario di gelati e ice pops, comprato alcuni giorni prima di partire e appena sfogliato. Così ho potuto guardarlo con la giusta attenzione solo quando ero ormai lontana da casa e senza la possibilità di sperimentare nessuna di queste vere delizie. Non amo particolarmente i gelati e ancor meno i ghiaccioli, non possiedo la gelatiera – nessuna delle ricette del libro la richiede -  ma quest’estate girellando su internet avevo visto tanti di questi gelatini-fai-da-te che mi è venuta la voglia di provare a farli anche io. Quando siamo tornati a casa dopo le vacanze a Torino era .. autunno, la prima settimana che ero qui non ha fatto altro che piovere e grandinare, certo non il tempo adatto per mangiare ghiaccioli e gelati.. ed ho dovuto aspettare ancora prima di mettermi finalmente all’opera. E la prima ricetta che ho provato a fare prevede – ovviamente - l’uso del cioccolato.
Il nome di questi gelatini non l’ho inventato io. È il nome della ricetta sul libro che – non a caso – si trova nel capitolo ‘voluttuosi’, direi che panna e cioccolato è quasi il massimo della golosità! Sono molto divertenti e facili da fare e, detto da una che non ama il gelato, davvero buoni. Io non ho gli stampini da ghiaccioli e per farli ho utilizzato dei bicchierini da caffè di carta. L’unica variante che ho apportato alla ricetta del libro è che ho sciolto il cioccolato a bagnomaria invece che direttamente sul fuoco.



ONDE DI CIOCCOLATO AMARO




(con queste dosi si ottengono 8 gelati se si utilizzano gli stampini da ghiaccioli da 100 ml; io utilizzando i bicchierini ne ho ottenuti 12)

Per lo sciroppo di zucchero:

90 gr di zucchero semolato
100 ml di acqua (io ho utilizzato acqua minerale non gassata)
(con la dose indicata si ottengono circa 250 ml di sciroppo)

Per i gelatini:
200 gr di cioccolato amaro (ho utilizzato il Valrhona al 61%)
500 ml di panna fresca da montare
100 ml di sciroppo di zucchero



Prepara lo sciroppo di zucchero. Con la dose indicata se ne ottengono circa 250 ml. Per la ricetta ne servono solo 100, quello che avanza può essere conservato per una settimana in frigorifero in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente.
Metti in una casseruola lo zucchero semolato e l’acqua e fai scaldare a fuoco basso per 8/10 minuti, fino a quando lo zucchero è completamente sciolto.
Alza la fiamma e porta ad ebollizione.
Appena inizia a bollire, riduci di nuovo l’intensità della fiamma e lascia sobbollire a fuoco medio per 3/4 minuti.
Spengi il fuoco, copri e lascia raffreddare completamente (io ho impiegato quasi due ore).
Quando lo sciroppo è completamente freddo inizia a preparare i gelatini.
Metti in una casseruola tutto il cioccolato spezzettato e 100 ml di panna.
Fai sciogliere cioccolato e panna a bagnomaria fino a quando avrai ottenuto un composto perfettamente amalgamato e cremoso.
Togli dal fuoco e lascia raffreddare completamente. E’ importante che cioccolato e sciroppo di zucchero siano completamente freddi – a temperatura ambiente – prima di aggiungerli alla panna.
Quando il cioccolato è ormai a temperatura ambiente, metti la panna rimanente in una ciotola e montala con le fruste, aggiungendo mentre monti lo sciroppo di zucchero a filo.
Continua a montare fino ad ottenere una consistenza media – non deve essere troppo solida.
Distribuisci sulla panna montata il cioccolato fuso, senza mescolare, ma utilizzando uno spiedino di legno per formare delle onde.
Disponi con attenzione  il composto negli stampini che intendi utilizzare (panna e cioccolato non devono amalgamarsi, altrimenti il gusto non cambia, ma non si ottiene l’effetto ‘onde’) e mettili nel congelatore, coperti per una mezz’ora.
Io ho utilizzato i bicchierini di carta e li ho coperti con la carta di alluminio, se hai le forme per i ghiaccioli puoi inserire subito il coperchio con il bastoncino, senza attendere mezz’ora perché si induriscano un po’.
Se non hai potuto inserire subito i bastoncini, dopo mezz’ora estrai i gelatini, inserisci i bastoncini al centro, coprili di nuovo e rimetti nel congelatore per 4/5 ore, fino a completo indurimento.
Prima di servire immergi un attimo le formine in acqua calda ed estrai delicatamente i gelati.
A mio parere sono più buoni se prima di essere serviti si tolgono dal congelatore e si lasciano 10 minuti in frigorifero, diventano più cremosi.



EASY:  servili ai bambini per merenda: disponi un gelato su ogni piattino accompagnato da mezza pesca tagliata a cubetti.
  


CHIC: invece di formare i gelati, disponi la crema panna e cioccolato in mini coppettine di porcellana bianca o vetro e lascia congelare così. Servi i mini gelatini in coppetta dopo cena con il caffè, accompagnati da frollini al cioccolato.


lunedì 9 settembre 2013

Frollini di farro allo zenzero

Si, l’estate è bellissima e le ferie sono un periodo di riposo e relax, ma a me tornare a casa dopo le vacanze non dispiace affatto, anzi. Dopo un po’ che sono lontana, mi mancano la mia casa e le mie abitudini, sembra assurdo, lo so, ma sento nostalgia della ‘solita routine’. L’autunno, l’ho già detto e scritto in tutti i modi, è la mia stagione preferita (seguita a ruota dall’inverno.. anche perché c’è il Natale) e per me l’anno inizia a settembre, forse sono rimasta ai tempi della scuola – anche se sono lontani!- quando rientrare dalle vacanze significava davvero cominciare un nuovo anno.
E’ in questo periodo che faccio i programmi per i mesi che verranno, dai più semplici, tipo: riuscire ad andare in palestra due volte alla settimana, finire di leggere i libri che ho di scorta prima di comprarne altri … difficilissimo da rispettare ma ci provo sempre, cambiare taglio di capelli (odio quello che mi ha fatto di recente il parrucchiere) ai più complicati che includono cose come riuscire a organizzare meglio il (poco) tempo libero che ho a disposizione perché sono molto meno organizzata di quello che vorrei, sistemare in modo più ordinato la mia libreria e l’armadio dove tengo tutti gli aggeggi di cucina – sembra facile, ma ormai ho più cose da sistemare che spazio dove metterle e altre cose molto più complicate che ho in mente da anni, ma ancora..sono lì. Però ogni anno ci provo: ritaglio due ore in un qualsiasi pomeriggio di inizio settembre, preparo una teglia di biscotti ed uno dei miei tè preferiti (in questo momento vado matta per un tè nero all’anice e liquirizia che trovo fresco, ancora estivo e buonissimo) e munita di lapis e agenda compilo una specie di ’lista delle cose da fare per il nuovo anno’. So già in partenza che molte delle cose che ho in programma non riuscirò a realizzarle, ma intanto mettere nero su bianco un po’ di idee mi aiuta moltissimo e poi io adoro fare liste ed elenchi di ogni tipo.
Per accompagnare il tè ho scelto questi frollini fatti con la farina di farro e lo zucchero di canna. Non sono friabili come quelli tradizionali e richiedono di essere .. inzuppati un po’ più a lungo,  ma trovo che abbiano un gusto particolare che a me piace molto.




FROLLINI DI FARRO ALLO ZENZERO




(il numero dei biscottini ottenuti dipende dalla dimensione degli stampi, io con questa dose ne preparo circa 40)


300 gr di farina 00 300 gr di farina di farro
80 gr di maizena
80 gr di burro freddo
130 gr di zucchero di canna (io ho utilizzato la qualità Demerara)
2 uova intere (peso complessivo circa 100 gr)
qualche cucchiaio di latte intero (se necessario)
1 bel pizzico di zenzero in polvere


Per la decorazione:
Zucchero a velo



In una ciotola mescola lo zucchero di canna, lo zenzero e il burro a pezzetti.
Aggiungi le uova e amalgama bene il composto.
Mescola la maizena e la farina di farro e aggiungile al composto di burro, zucchero e uova.
Impasta rapidamente fino a quando tutti gli ingredienti sono ben amalgamati, ma senza scaldare troppo la pasta con le mani.
Devi ottenere un impasto lavorabile come quello della pasta frolla. Se fosse troppo duro, aggiungi qualche cucchiaio di latte intero (io non ne ho avuto bisogno, ma dipende dal peso delle uova).
Togli l’impasto dalla ciotola, forma una palla, avvolgila nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per due ore.
Trascorso questo tempo, accendi il forno a 180 gradi.
Togli la pasta dal frigorifero e lasciala risposare a temperatura ambiente qualche minuto.
Stendi la pasta dello spessore che preferisci (a me i biscotti piacciono piuttosto spessi) e tagliala utilizzando formine per biscotti.
Disponi i biscotti in una teglia foderata di carta da forno e cuoci in forno già caldo per 18 / 20 minuti, fino a quando i biscottini saranno dorati in superficie.
Metti i biscotti a raffreddare su una griglia e quando sono freddi spolverali, se ti piace, con zucchero a velo.
Si conservano in un barattolo di vetro anche per una settimana.



EASY: da inzuppare nel tè o nel caffellatte la mattina a colazione.






CHIC:  spolvera i biscotti con zucchero a velo e sistemali in pirottini di carta colorata (quelli che si usano per i muffin). Metti in pirottini in scatoline di cartoncino colorato, lega con un nastro e portale alle amiche per un té di fine estate.

martedì 23 luglio 2013

Cheese cake cioccolato e fior di sale

Ah le chocolat au fleur de sel .. è il cioccolato più buono del mondo deve assolutamente assaggiarlo Mademoiselle!!”. Era una delle prime volte che andavamo in Camargue  e ci eravamo fermati per cena in un minuscolo ristorante sperduto nella campagna. La signora che insieme al marito gestiva il locale voleva convincermi ad assaggiare come dessert una specie di molleux al cioccolato e fior di sale. Nel corso di quella vacanza avevamo scoperto e assaggiato il fior di sale ovunque  - sul pesce appena scottato sulla piastra, su deliziosi crostini di pane con del semplice burro, per insaporire pomodori appena colti – e devo ammettere che eravamo già vittime del fascino di questo magico ingrediente. Però in abbinamento con il cioccolato non me lo sarei mai aspettato. Non ero molto convinta, ma la signora insisteva così tanto che ho accettato, anche perché, se si tratta di cioccolato.. sperimento sempre tutto volentieri. E aveva davvero ragione! L’abbinamento tra cioccolato e fior di sale è uno dei più .. squisiti che abbia assaggiato, in seguito ho scoperto i famosi biscottini di Pierre Hermé, la cioccolata al fior di sale e altri dolcetti che mixano abilmente cioccolato e fiocchi di fior di sale.
Sul fior di sale si potrebbe scrivere un intero libro, immagino. Anche in questo all’inizio della vacanza ero un po’ scettica, mi sembrava impossibile che il sale, un ingrediente che fino a quel momento avevo dato per scontato, potesse avere un gusto e un sapore particolari. Ebbene è così, anche se non sono mai riuscita a stabilire quanto – per quello che mi riguarda -   il gusto straordinario del fior di sale sia legato al fascino del luogo. In quella breve vacanza avevamo visitato la salina di Aigues Mortes che è davvero un posto magico. I turisti vengono caricati a bordo di un trenino che percorre le paludi, ma dimentichi subito di essere pigiato in un ‘barattolino’ di lamiera e ti lasci trasportare dalla bellezza di quello che vedi, l’acqua azzurra, le piramidi di cristalli di sale che cambiano continuamente colore sotto i raggi del sole, dal bianco candido al lilla, uno spettacolo che non si può dimenticare. E qua e là qualche fenicottero rosa. Chiunque da quelle parti è disposto a raccontare qualcosa sul fior di sale, su come viene raccolto ancora a mano dai saunièrs in un periodo molto limitato dell’anno (in estate se non ricordo male), quando i primi cristalli di sale affiorano sull’acqua. Dopo qualche ora trascorsa così ero disposta a giurare che il fior di sale era la cosa più buona che avessi mai assaggiato! Naturalmente ho acquistato la mia confezione di Fleur de Sal e a casa ho iniziato gli esperimenti. A parte utilizzarlo come condimento specialissimo di insalate e pesce, ho provato ad impiegarlo in abbinamento con il cioccolato (ottimi anche dei mini plum cake con il cacao e i cristalli di sale). Dopo vari esperimenti ho ottenuto la ricetta che propongo oggi, una versione ‘ciocco-salata’ del cheese cake che rimane uno dei miei dolci estivi preferiti. Questa è un po’ meno ‘fresca’ della versione base che avevo postato qui, ma a me piace moltissimo anche in piena estate.  
Per la dose del fior di sale.. regolatevi a vostro piacere, con un cucchiaino raso (come previsto nelle dosi sotto) il gusto del sale si sente, ma si percepisce appena.


CHEESE CAKE CIOCCOLATO E FIOR DI SALE




Ingredienti per 5 cheese cake  (io ho usato 5 stampini per muffin in alluminio usa e getta):


Per la base:
50 gr di biscotti secchi (io ho utilizzato gli Oro Saiwa)
30 gr di burro

Per la crema:
200 gr di formaggio cremoso (io utilizzo il Philadelhpia)
75 gr di yogurt bianco intero
15 gr di zucchero a velo
1 uovo
70 gr di zucchero semolato fine tipo Zefiro
65 gr di cioccolato fondente (io ho utilizzato un cioccolato al 65%)
3 cucchiai di latte intero
1 cucchiaino raso di fior di sale di Camargue (circa 5 gr)


Scalda il forno a 160 gradi.
Fai fondere il burro per la base a bagnomaria.
Frulla i biscotti nel mixer fino a ridurli in briciole sottilissime e amalgamali con il burro fuso.
Ricopri con il composto di biscotti il fondo di 5 stampini da muffin in modo da creare in ogni stampino una base.
Metti in frigorifero a solidificare.
Fai sciogliere a bagnomaria il cioccolato con i tre cucchiai di latte.
Togli dal fuoco e  lascia raffreddare, girando di tanto in tanto.
Amalgama lo yogurt con lo zucchero a velo.
Con una spatola amalgama il formaggio con lo zucchero semolato, in modo da ottenere una crema senza grumi.
Quando lo zucchero è ben incorporato, aggiungi l’uovo leggermente battuto e lo yogurt zuccherato.
Mescola ancora in modo da ottenere un composto omogeneo.
Inserisci anche il fior di sale.
A questo punto versa nel composto di formaggio il cioccolato fuso, senza mescolare troppo, ma inserendolo con l’aiuto di una forchetta in modo da ottenere un effetto striato.

Versa il composto di formaggio negli stampini da muffin sulla base di biscotti e metti in forno già caldo per 25  minuti.
Trascorso il tempo di cottura, spengi il forno, socchiudi lo sportello e lascia raffreddare i mini cheese cakes all’interno.
Quando sono freddi, trasferiscili una notte in frigorifero. Sono migliori mangiati dopo alcune ore di frigorifero, meglio, appunto, dopo un’intera notte.

Con questa ricetta partecipo al contest I love cheesecake di Una fetta di paradiso



EASY: nel cestino del pic nic come merenda pomeridiana (adoro i pic nic che durano un’intera giornata).



CHIC: pigra colazione in vacanza: un mini cheese cake, magari da dividere in due se non si vuole esagerare, accompagnato da macedonia di frutta fresca, caffè e latte freddo.

giovedì 18 luglio 2013

Insalata fredda di farro # 1

Qualche giorno fa ho incontrato una mia amica per un pomeriggio di chiacchiere e tè e il discorso è caduto sulle vacanze. Ci conosciamo da moltissimi anni, ma non abbiamo mai fatto una sola vacanza insieme perché .. io vado sempre in montagna o comunque in posti freddi, lei va sempre al mare. Mi aveva portato delle foto fatte l’anno scorso e devo dire che la voglia di mare, spiaggia e lunghe nuotate mi è venuta davvero, anche se oggi a Torino sembra pieno autunno, piove, il cielo è grigio e fa anche un certo freddo e solo al pensiero di costume, pareo e sandali leggeri mi vengono i brividi.
Ci siamo scambiate un po’ di racconti ‘vacanzieri’ e poiché siamo entrambe appassionate di cibo e di cucina, il discorso si è subito spostato dalle vacanze in generale a ‘cosa si mangia in vacanza’. Le nostre vacanze non potrebbero essere più diverse, credo che lei abbia messo piede su tutte le spiagge del pianeta o quasi, io ho percorso centinaia di sentieri di montagna, ma su un punto la pensiamo proprio allo stesso modo: anche in vacanza è molto piacevole dedicare una particolare attenzione a cosa e dove si mangia. Lei e il marito sono ‘specializzati’ nella ricerca di posti insoliti e carini e anche a pranzo .. non si fanno mancare niente! Aveva le foto di piccoli agriturismi scovati tra le spiagge della Sardegna, tavole apparecchiate all’interno di terrazze ombreggiate, grigliate di pesce fatte in barca o sulla spiaggia. Quando siamo in montagna il nostro pranzo, invece, è quasi sempre un pic nic. Non siamo dei veri ‘trekker’ di quelli che partono all’alba e all’ora di pranzo sono sempre in vista di un rifugio nel quale mangiare. Spesso partiamo con comodo, dopo un’abbondante colazione e ci fermiamo a metà sentiero per il pic nic. Non amo particolarmente mangiare panini per pranzo e quindi mi servono .. dei ‘menu pic nic’ alternativi. Preferisco pensare, mentre sto faticosamente percorrendo un sentiero in salita che appena mi fermo avrò a disposizione qualcosa di buono e di particolare da mangiare, non il solito panino. Trovo ottime le torte salate, muffin salati e focaccine da accompagnare ai formaggi, mini quiches e insalate di pasta fredda o di cereali come quella che propongo oggi. Si trasportano molto facilmente in contenitori individuali che ciascuno può portare nel proprio zaino e arrivati a destinazione la soddisfazione è, almeno per me, maggiore di quella di avere a disposizione un panino.

Credo che ognuno di noi abbia decine di ricette per fare pasta e riso freddi in estate, basta variare anche di poco la scelta degli ingredienti, aggiungere qualche erba aromatica per ottenere sapori sempre diversi. Questa è una delle tante versioni che faccio, non ha un ‘titolo’ preciso e per questo l’ho chiamata semplicemente ‘numero 1’.. perché è la prima che pubblico su Cioccomela.

 


INSALATA FREDDA DI FARRO # 1




Ingredienti per 4 persone:


320 gr di farro tenuto a bagno in acqua fredda tre ore
2 pomodori cuore di bue
20 olive nere di Grecia
2 wurstel tirolesi (quelli affumicati)
1 piccolo peperone rosso
150 gr di formaggio primosale
1 cucchiaio di aceto di mele
Olio extravergine di oliva
Sale
Basilico fresco


Cuoci il farro in acqua bollente salata per 12 minuti (ma i tempi di cottura possono variare dal tipo di farro, confronta con quanto indicato sulla confezione). Io lo tengo 3 ore in acqua fredda prima di farlo cuocere, anche quando sulla confezione c’è scritto che non è previsto l’ammollo.
Quando è pronto scolalo, mettilo in un largo vassoio nel quale possa raffreddarsi e condiscilo con qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva (secondo il tuo gusto).
Mentre il farro si raffredda prepara il condimento.
Lava il peperone, elimina il torsolo, i semi e i filamenti bianchi e taglialo in 4 parti.
Metti a bollire dell’acqua in una casseruola e quando raggiunge il bollore aggiungi un cucchiaino di sale, l’aceto di mele e le falde di peperone. Falle scottare per 5 minuti.
Scola il peperone e lascialo raffreddare.
Lava e asciuga i pomodori, tagliali a cubetti e condiscili con un pizzico di sale.
Taglia i wurstel a rondelle.
Elimina il nocciolo dalle olive e tagliale in 2 o 4 parti se sono molto grandi.
Appena il peperone si è raffreddato, taglia le falde in cubetti.
Metti in una insalatiera capiente pomodori, peperoni, olive e wurstel, aggiungi le foglie di basilico lavate e asciugate e spezzettate con le mani.
Unisci il farro ormai raffreddato al condimento.
Aggiungi il primo sale tagliato a dadini, aggiusta di sale e termina (se ti piace) con ancora un filo di olio extra vergine di oliva.

 Con questa ricetta partecipo al contest Cereali&CO in insalata di KUCINADIKIARA




EASY: pic nic: suddividilo in 4 contenitori individuali; se non devi fare troppa strada e hai a disposizione un cestino da pic nic, sono molto carini i barattoli di vetro da chiudere ermeticamente e legare con un filo di rafia. Aggiungi un contenitore con della frutta (ciliegie o albicocche già tagliate in pezzi e condite con limone e poco zucchero a velo) e una tavoletta di cioccolata alla menta.




CHIC: primo piatto per una cena estiva (è quasi un piatto unico), seguito da pesce alla griglia e un’insalata leggera.

lunedì 15 luglio 2013

Torta Magica

Raramente mi capita di acquistare qualcosa – vestiti, scarpe, borse – solo perché ‘va di moda’. Non sono una fashion victim, non lo ero a vent’anni, figuriamoci adesso. Ho la mia lista di ‘negozi che hanno cose carine e che mi stanno bene’ e finisco per acquistare più o meno sempre le stesse cose negli stessi posti. Anche perché, per una serie di motivi che non mi metto a spiegare, la combinazione ‘mi piace e mi sta bene’ è cosa piuttosto difficile da realizzare. Vedo cose in vetrina che mi piacciono tantissimo, le provo e .. beh lasciamo perdere o viceversa ci sono delle cose che mi stanno bene ma sono talmente insignificanti che perfino io rinuncio all’acquisto. Se invece parliamo di cucina e cibo.. allora il discorso cambia. Non sono nemmeno in questo caso una irriducibile seguace della moda per la moda, nessuno mi convincerà mai a mangiare il Kebab, anche se – a quanto mi dicono – va per la maggiore anche tra bambini piuttosto piccoli, né ad assaggiare gli esiti della ‘cucina del sifone’, ammesso che vada ancora di moda, o tanto meno i piatti cucinati nella lavastoviglie (ho letto che fanno anche questo). Ma per altre cose mi trasformo in una food fashion victim, se si può dire così, ovvero: sentendo ripetutamente parlare di qualcosa non resisto alla tentazione di provarla anche io, anche se non rientra del tutto nei miei gusti ma solo perché..se ne parla. Non amo particolarmente carne e pesce eppure il sushi che non solo è pesce, ma addirittura crudo, mi attira tantissimo, forse perché se fatto a regola d’arte è così bello e perfetto, bocconcini dall’apparenza deliziosa. Non vado matta per i dolcetti troppo zuccherosi ma non ho resistito alla tentazione dei Macarons di Ladurée che vengono confezionati in scatoline talmente belle che è quasi un peccato aprirle e disfare la magia del pacchetto. E se in qualche viaggio mi capita di incontrare un locale di Starbucks cedo immediatamente e un bicchierone di caffelatte e un muffin gigante al doppio cioccolato non me lo toglie nessuno, anche se, ammetto, non c’è molto di genuino. Ma anche lì è il fascino del posto, la possibilità di stare seduti su comodi divani e poltrone a sorseggiare caffè, leggere un libro o scrivere – nel mio caso – una pagina del quaderno dei viaggi. E così è stato anche per questa ‘torta magica’. L’ho vista per la prima volta qui e poi rifatta e ripetuta in tanti blog, perfino un pasticcere vicino a casa ha in vetrina i suoi bei quadrotti di ‘torta magica’. E allora ho dovuto provare anche io, anche se la lista degli ingredienti non è per me particolarmente invitante. Volevo vedere se era davvero ‘magica’, se cioè da un solo tipo di impasto si riusciva ad ottenere una torta che in cottura assume tre consistenze diverse: crema solida alla base, al centro uno strato di crema compatta ma soffice e per chiudere un strato spugnoso, quasi un sottile pan di spagna. Ebbene è vero, è riuscita anche a me al primo tentativo. Ho seguito scrupolosamente le loro istruzioni e ‘la magia’ si è verificata. Il gusto è un po’ quello che mi aspettavo, ovvero a me questa torta di sapore non piace tantissimo, ma è davvero divertente da fare. A mio parere migliora se prima di mangiarla si fa riposare un’intera giornata nel frigorifero e se accompagnata da un coulis di frutti rossi o una pallina di gelato di cioccolato fondente, qualcosa insomma di leggermente acido o molto amaro che ne contrasti un po’ il sapore per me un po’ troppo burroso e dolce.   

  

TORTA MAGICA



Ingredienti per uno stampo quadrato di 20 cm di lato:


113 gr. di burro più quello per lo stampo
480 ml di latte intero
4 uova a temperatura ambiente
150 gr di zucchero semolato (io ho utilizzato lo Zefiro superfine)
15 ml di acqua (un cucchiaio da minestra)
115 gr di farina 00
1 cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia

Per servire:
zucchero a velo

Accendi il forno a 160 gradi.
Imburra uno stampo quadrate (cm 20 di lato) nel quale cucocerai la torta.
Fondi il burro a bagnomaria e mettilo da parte in modo che possa raffreddare completamente.
Scalda il latte in una casseruola, deve essere leggermente tiepido e mettilo da parte.
Separa i tuorli dagli albumi e monta i quattro tuorli con lo zucchero semolato fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Aggiungi ai tuorli il burro lasciato raffreddare, il cucchiaio di acqua e monta per altri due minuti o fino a quando il burro sarà completamente incorporato.
Aggiungi al composto la farina setacciata e mescola per amalgamarla completamente.
Aggiungi il latte un po’ alla volta, continuando a mescolare piano in modo da non smontare il composto e quando il latte è completamente incorporato, inserisci l’estratto di vaniglia.
Monta gli albumi a neve, non deve essere troppo ferma (non come per le meringhe).
Inserisci gli albumi montati nel composto in tre volte successive, mescolando piano per non smontarli e aggiungendo la successiva solo quando la parte aggiunta sarà completamente incorporata.
Versa il composto ottenuto nella tortiera che hai imburrato e mettilo in forno già caldo per 45 minuti / un’ora fino a quando la superficie della torta è dorata (io ho impiegato 50 minuti, ma dipende dal forno).
Lascia raffreddare il dolce nello stampo, poi sformalo e, a mio parere, conservalo un’intera giornata in frigorifero prima di servirlo spolverato con una dose abbondante di zucchero a velo.


EASY: tè pomeridiano d’estate: servi la torta tagliata a strisce rettangolari o con un taglia biscotti (invece dei classici quadrotti) accompagnata da una salsa di mirtilli e da un tè verde aromatizzato ai frutti rossi.



CHIC: dessert per una cena in piedi: taglia la torta in quadrotti piuttosto piccoli (circa 3 centimetri di lato) e componi degli spiedini dolci alternando su uno stecchino di legno 2 quadrotti di torta e 2 fragole. Spolvera con zucchero a velo e sistema nei vassoi. E’ un dessert che si mangia facilmente anche in piedi.