mercoledì 31 ottobre 2012

Pan co' santi a modo mio

Ho già detto della mia passione per le liste. Tra i numerosi elenchi che possiedo c’è anche quello dei .. dolci dell’anno. Mi piace avere un ‘dolce caratteristico’ per ogni mese dell’anno, alcuni sono dei veri e propri ‘dolci della tradizione di famiglia’, come le ciambelline all’anice che si fanno in quaresima, la crostata di fragole quando arriva la primavera.. Altri li abbiamo inseriti io e mio marito per completare quei mesi che erano privi di un dolce caratteristico. Avere un dolce caratteristico del mese significa che deve essere preparato almeno una volta nel mese, se ci piace tantissimo.. anche di più!
Il pan co’ santi è il dolce della tradizione di questo periodo, quando ci sono le festività dei santi (fuori da questo periodo .. non si può fare!). E’ un dolce tipico di Siena, direi, più che della Toscana, mi sembra di non averlo mai visto in nessuna altra parte se non a Siena, dove in questo periodo tutti i fornai hanno in bella mostra queste pagnotte tonde, con un caratteristico taglio a croce, lucide, ricche di noci e uvetta. Le vendono intere oppure al taglio e naturalmente non c’è una ricetta uguale all’altra, ogni famiglia, ogni panetteria ha il ‘suo pan co’santi’.
Si tratta di un pane dolce, ma con una nota piccante perché l’impasto prevede un po’ di pepe, i ‘santi’ nella ricetta tradizionale sono le noci e l’uvetta (quindi pan co’ santi = pan dolce con uvetta e noci). Nella mia versione l’uvetta non c’è, perché a me non piace, quindi inserisco solo le noci. Da piccola quando mia nonna lo preparava, lo mangiavo strapazzandolo tutto, togliendo chicco a chicco l’uvetta e sbriciolandolo orrendamente. La ricetta di mia nonna (paterna) è passata a mia mamma, che l’ha resa .. comprensibile a tutti. Mia nonna come tutte le vecchie cuoche cucinava senza ricette, non pesava nessun ingrediente e andava totalmente ad occhio. Nella maggior parte dei casi questo metodo funzionava alla perfezione, ma c’erano anche le giornate in cui .. il risultato non era dei migliori, troppo duro, troppo cotto, poche noci… Mia mamma ha fatto un po’ di esperimenti ed ha ottenuto la sua ottima versione, con le dosi precise, perfettamente replicabile da chiunque. Mio papà ne va matto, piace molto anche a me (anche se continuo a levare l’uvetta) e l’ho adottato come nostro dolce della tradizione dei santi. Dovrei dire ‘mio dolce della tradizione’, perché mio marito non lo ama granché: a lui piacciono i ‘dolci veri’ e questo lo considera poco più che un pane della colazione, mentre da noi la tradizione prevede che sia un dolce di fine pasto da mangiare appunto nelle festività dei santi. Alla ricetta di mia mamma ho apportato solo una piccola modifica (a parte eliminare l’uvetta): al posto del sale normale utilizzo il sale nero di Cipro che, come il pepe, dà anche una piccola nota di colore all’impasto. Appena vado a Siena farò assaggiare questa variante a mio papà. Voglio proprio sentire i suoi commenti! Devo dire che il sapore non cambia granché, ma vuoi mettere dire ‘il mio pan co’santi’ è fatto con il sale nero?’…. ma che chic!!

P.S.  Le foto le ho fatte io, con la mia compattina antidiluviana.. e si vede.
PAN CO’ SANTI



Ingredienti per due pan co’santi:

400 gr di farina 00
50 gr di lievito di birra fresco
50 ml di olio di semi (per me olio di girasole bio)
6 cucchiai da tavola di zucchero semolato
200 gr di noci (peso già sgusciate)
1 bel pizzico di pepe macinato al momento
2 cucchiaini di sale nero di Cipro
320 ml di acqua
1 uovo per lucidare


In una ciotola setaccia la farina, aggiungi lo zucchero semolato e mescola.

Sciogli il lievito in 200 ml di acqua tiepida e aggiungilo alla farina.
Incorpora anche l’olio di semi e comincia ad impastare con una forchetta, aggiungendo a filo l’acqua rimanente fino ad ottenere un impasto lavorabile (potrebbe non servirti tutta l’acqua).
Aggiungi il sale, il pepe macinato al momento e le noci spezzettate grossolanamente.
Trasferisci l’impasto sul tavolo e lavoralo a mano una decina di minuti. Devi ottenere una pasta elastica tipo quella della pizza.
Forma un panetto e lascia lievitare coperto da un canovaccio in un luogo tiepido per 1 ora.
Trascorso il tempo di lievitazione, riprendi la pasta, lavorala brevemente e forma due pagnotte tonde.
Trasferiscile in una teglia foderata di carta da forno.
Con un coltellino pratica un taglio a croce sulle pagnotte e rimetti a lievitare coperto per 45 minuti.
Scalda il forno a 220 gradi.
Quando le pagnotte sono lievitate, pennellale con l’uovo battuto e metti in forno già caldo.
Cuoci per 15 minuti, poi copri i pan co’ santi con un foglio di alluminio e lascia cuocere ancora 20 minuti.
Si servono tiepidi e si conservano bene per due giorni in una scatola di latta.






EASY:  servilo affettato a fine pasto, accompagnato da coppette di panna montata spolverate con mandorle tritate.


CHIC: può capitare in queste giornate di festa di andare in visita ad amiche e parenti. Utilizza l’impasto per fare dei piccoli pan co’santi monoporzione, incartali, legali con un nastro colorato, sarà il tuo piccolo omaggio per il tè del pomeriggio o il dopo cena.

martedì 23 ottobre 2012

Gratin di patate rosse e cipolle

Adesso è molto frequente sentir parlare di ‘comfort food', espressione che almeno io, fino a qualche anno fa, non avevo mai sentito. Devo dire che è un concetto che mi piace moltissimo e che condivido pienamente: l’idea che una pietanza, un dolce, anche solo un ottimo tè  possa avere effetto sull’umore .. mi appartiene molto. Credo nella capacità di alcuni piatti di .. creare un’atmosfera: farti sentire a casa, farti desiderare il calore della cucina, di una tavola ben apparecchiata, di suscitare ricordi e sensazioni particolari. Per quanto mi riguarda, l’idea di comfort food è associata non solo alla possibilità di mangiare qualcosa di speciale, ma anche all’idea di preparare un cibo particolare. Per me, insomma, il vero comfort food è quello che prima di diverto a cucinare e poi ho l’occasione di consumare in buona compagnia. Mi piace mentre rientro a casa, pensare alla cena che voglio preparare, mi rilassa e mi fa accelerare il passo, voglio arrivare presto, illuminare la mia cucina e cominciare a fare qualcosa di buono (o almeno spero che sia buono).
Chissà perché associo l’idea del comfort food soprattutto all’autunno e all’inverno. Forse perché penso a qualcosa di goloso da cucinare chiusa al caldo in cucina, con un po’ di musica di sottofondo o meglio ancora in compagnia, mentre fuori fa freddo e piove. Anche in estate si possono preparare cose ottime e molto golose, ma se penso al comfort food, penso ad una vellutata di verdure calda e cremosa, ad un piatto di polenta, ad una tazza di tè bollente con una bella fetta di torta al cioccolato e un libro da leggere, a un gratin di verdure, formaggio e erbe aromatiche come quello che presento oggi. Profumato, appena uscito dal forno e perché no.. ricchissimo di calorie! 

P.S. Questa ricetta è dedicata con un giorno di anticipo a due .. 'personaggi specialissimi', la mia mamma e il mio papà!! 

GRATIN DI PATATE ROSSE E CIPOLLE






Ingredienti per 4 persone:

800 gr di patate rosse
2 piccole cipolle di Tropea
120 gr di formaggio groviera grattugiato
100 gr di panna liquida  
origano
mezzo bicchiere di vino bianco
sale
olio extravergine di oliva
aceto balsamico

  
Sbuccia le patate, lavale e tagliale a fettine molto sottili.
Sbuccia le cipolle, lavale ed affettale ad anelli sottili.
Fai rosolare le cipolle in una casseruola con due cucchiai di olio extravergine di oliva e un pizzico di sale.
Quando sono morbide, bagnale con due cucchiai di aceto balsamico, lascia insaporire qualche minuto e togli dal fuoco.
Accendi il forno a 180 gradi.
Imburra una pirofila e riempila, disponendo gli ingredienti a strati.
Fai uno strato di patate, sala leggermente, aggiungi un cucchiaio di panna, un po’ di cipolle rosse, groviera grattugiato e origano.
Prosegui così fino ad esaurire gli ingredienti. Sullo strato finale metti solo patate, formaggio e origano.
Versa sulle verdure il vino bianco, copri con un foglio di alluminio e metti in forno per 40 minuti.
Trascorsi i 40 minuti, scopri la pirofila, aumenta la temperatura del forno a 220 gradi e lascia gratinare per 10/15 minuti, in modo che il gratin si abbrustolisca ma senza bruciare.  

Con questa ricetta partecipo al contest Tutto al Gratin di Aboutfood




EASY:  cena autunnale al caldo: servilo al posto del primo piatto tagliato a quadrotti e cosparso con una besciamella al formaggio.





CHIC: utilizza dei piccoli stampi da soufflé per fare dei gratin monoporzione e servili come antipasto accompagnati da un’insalata di radicchio rosso tagliato molto sottile (per le monoporzioni i tempi di cottura si riducono a 20/25 minuti coperto e 5 minuti per la gratinatura, magari sotto il grill).

giovedì 18 ottobre 2012

Plum cake pistacchi e mirtilli

Ho il blocco dello scrittore.. beh non esageriamo, diciamo il panico da foglio bianco. Ho alcune ricette pronte, in attesa di essere postate, ma non riesco a trovare l’ispirazione neppure per scrivere due righe di introduzione alla ricetta. E’ vero che le ultime settimane sono state piuttosto difficili e non ho la concentrazione per fare (quasi) niente, troppi pensieri ‘altri’ per la testa. E comunque quando l’ispirazione non c’è, non c’è. Punto. Eppure, mi è sempre piaciuto scrivere, tantissimo, fin da piccola. A dire il vero con i temi a scuola non me la cavavo molto bene. Sono troppo timida  e l’idea di scrivere qualcosa di personale che poi sarebbe stato letto dalla maestra - o professore che fosse - .. mi terrorizzava (sul blog mi faccio coraggio perché solo pochissime persone che conosco sanno che questo blog è mio). Quando potevo, sceglievo il tema di storia o di letteratura, così potevo limitarmi a mettere per iscritto quello che avevo studiato, senza aggiungere niente di mio. Scrivevo per me: non ho mai tenuto un diario, ma ho sempre riempito agende e quaderni di annotazioni, pensieri e idee più o meno strampalate. Naturalmente come tutti quelli che si divertono a scrivere pensavo che prima o poi avrei scritto un libro: alle medie leggevo dei simpatici gialli da bambini e avevo iniziato a scrivere un giallo tutto mio. Da più grande l’intenzione era quella di scrivere – nientemeno- un libro su due dei miei pittori preferiti Turner e Monet. Ho ancora l’indice che avevo preparato, alcune pagine fitte di considerazioni – ero molto convinta! -  e un elenco di libri che avevo letto per .. affrontare l’argomento. Messo da parte Monet (rimandato alla pensione, quando avrò più tempo!), ero decisa a scrivere un romanzo divertente sul genere della chic-lit che riesce a mettermi di buon umore anche nelle giornate più pestifere. E’ evidente che non sono riuscita a fare niente di tutto ciò (almeno fino ad ora.. mai dire mai) e le mie pretese si sono molto ridimensionate, crescendo si acquisisce consapevolezza dei propri limiti e ci si abitua a conviverci.
Ormai la mia attività di ‘scrittrice’ si limita a questo blog, a una quantità di appunti di ogni tipo e – quando ci riesco – a lunghissime lettere che scrivo per mia mamma e mio papà. Siamo lontani, purtroppo e tutto quello che non riesco a dire per telefono cerco di raccontarlo nelle lettere.  Eppure ultimamente, quando si tratta di postare una ricetta non mi vengono idee carine, niente di cui valga la pena di parlare. Guardo la mia pagina word completamente vuota e rimango lì. Così questo cake è pronto dalla fine di agosto, ma è rimasto ad aspettare, non riuscivo a trovare una storia ‘adatta a lui’. Adesso finalmente mi sono decisa a pubblicarlo, ormai i mirtilli cominciano a scarseggiare anche nei negozi più forniti. Ancora qualche giorno di incertezza e sarei stata costretta a tenerlo ‘in archivio’ fino al prossimo agosto.

PLUM CAKE PISTACCHI E MIRTILLI




Ingredienti:

300 gr di farina 00
220 gr di zucchero semolato
2 uova
1 yogurt bianco intero
100 ml di latte
20 ml di olio di semi (io ho utilizzato un olio di semi di girasole bio)
150 gr di mirtilli
75 gr di pistacchi di Bronte (peso senza guscio)
8 gr di lievito per dolci


Imburra e infarina uno stampo da plum cake.
Accendi il forno a 175 gradi.
Lava e asciuga i mirtilli tamponandoli con carta da cucina.
Metti a bollire in un piccola casseruola un po’ di acqua. Appena bolle, togli dal fuoco, metti i pistacchi a bagno per pochi minuti in modo da poter eliminare la pellicina scura con facilità.
Frulla grossolanamente i pistacchi spellati con due cucchiaio di zucchero.
In una ciotola monta le 2 uova con lo zucchero rimasto, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Versa a filo il latte nel composto di uova, mescolando in modo da amalgamare bene.
Inserisci nel composto lo yogurt.
Setaccia la farina con il lievito e aggiungila a cucchiaiate nel composto di uova e latte. Amalgama bene. Il composto deve risultare liscio e privo di grumi.
Aggiungi i pistacchi frullati e da ultimo, a filo, l’olio di semi.
Versa l’impasto nello stampo da plum cake e cospargi con i mirtilli (affonderanno in cottura).
Cuoci in forno già caldo a 175 gradi per 40 minuti.
A cottura ultimata, lascia raffreddare prima di sformare il dolce.


Con questa ricetta partecipo al Contest Il pistacchio di Bronte di Le torte di Gessica



EASY:  merenda per bambini: prepara dei mini plumcake utilizzando degli stampini monoporzione, invece che lo stampo grande. Servili a merenda cosparsi di zucchero a velo e per i più grandi con un cucchiaio di mirtilli freschi.





CHIC: pausa pranzo 'diversa' in ufficio: due fette di cake al pistacchio, una macedonia di frutta fresca con lo yogurt e una tazza di tè nero melange ai frutti di bosco.

giovedì 11 ottobre 2012

Passata di pomodoro Home made

Beh quest’anno ho veramente esagerato! Mi piace arrivare alla fine dell’estate con la dispensa ben fornita di ‘barattoli colorati’: marmellate (..confetture) di gusti diversi, passata di pomodoro, qualche verdura sott’olio o sott’aceto, qualche anno fa mia mamma ha fatto una gelatina di uva da accompagnare ai formaggi.. insomma una mini-scorta di delizie da utilizzare in inverno quando si comincia ad avere nostalgia dei colori e dei sapori dell’estate. Si, ma quest’anno ho troppi barattoli, non so più dove metterli! Ho riempito il ripiano della dispensa dedicato alle ‘conserve dell’estate’, portato qualche  barattolo in cantina (.. ma mi dispiace un po’, non li vedo e perdo una parte del divertimento e poi i miei barattoli lucidi e nuovi diventano subito tutti polverosi), sparpagliato vasetti nei posti più improbabili.. sarà una sorpresa ritrovarli dove e quando meno te lo aspetti. Gli ultimi arrivati, questi barattoli di passata di pomodoro, hanno occupato l’ultimo spazio disponibile. E ora, i prossimi dove li metto? Devo ancora fare delle cipolline sott’aceto che spero di preparare, assaggiare e postare una delle prossime settimane e soprattutto devo andare a  Siena a ritirare la mia razione di ‘delizie della mamma’ (altra marmellata e chissà cos’altro di buonissimo). Certo, lo spazio nella mia cucina non è moltissimo, dico sempre a mio marito che, se ci dovessimo trasferire ancora e cambiare di nuovo casa (ormai siamo degli habitués), vorrei .. una casa con una cucina gigante! Un grande tavolo al centro, di un bel legno che si possa apparecchiare anche solo con i runner e senza la tovaglia, perché ‘è già bello di suo’. Intorno scaffali e armadi a muro di colore chiaro, un grande forno, mensole per i miei libri, il posto per una brocca di coccio piena di fiori, e tanto spazio per tutti gli aggeggi che continuo ad acquistare: due tazze un po’ speciali per la colazione, quella coppia di bicchieri con il bordo smerlato ai quali proprio non potevo rinunciare..E poi se la mia cucina gigante avesse anche una porta finestra che si affaccia in un minuscolo giardino, dove mettere i miei vasetti di erbe aromatiche e dove fare colazione la matttina in estate.. sarebbe proprio il massimo! Naturalmente questi sono solo sogni, ma come ha detto qualcuno ‘un grande sogno è una grande opportunità’. 
La mia ricetta della passata di pomodoro è talmente semplice (non c’è nemmeno il sale) che ci vuole un po’ di coraggio a farne l’oggetto di un post, ma tant’è.. eccola qui di seguito.


PASSATA DI POMODORO HOME MADE




Ingredienti per 3 barattoli da 500 gr :

3 Kg di pomodori maturi (io ho utilizzato 1kg di cuore di bue molto maturi e 2 kg di pomodori perini)
un bel mazzo di basilico fresco



Lava i pomodori e togli le estremità.
Taglia in due ogni pomodoro ed elimina i semi all’interno.
Sistema i pomodori in una grande casseruola che li contenga comodamente.
Cuoci a fiamma bassa, coperto, per 45 minuti, girando ogni tanto con un mestolo di legno.
Trascorso questo tempo, lascia raffreddare la salsa una decina di minuti e passala utilizzando un passaverdura per eliminare le bucce.
Versa la passata di pomodoro nei vasetti precedentemente sterilizzati, inserisci in ogni vasetto alcune foglie di basilico lavate e asciugate e chiudi utilizzando coperchi nuovi.
Sterilizza i barattoli facendoli bollire avvolti in canovacci puliti in una pentola piena d’acqua per 45 minuti.
Terminata la sterilizzazione, spengi e lascia raffreddare i barattoli all’interno della pentola.
La passata si conserva al riparo dalla luce fino a 12 mesi.
Il barattolo aperto va conservato in frigo e consumato entro due giorni.




EASY:  utilizza la passata per preparare la salsa di pomodoro per la pasta, aggiungendo sale, un filo di olio extra vergine di oliva, ancora basilico fresco (se è ancora la stagione) e, se lo usi, uno spicchio di aglio. Fai bollire pochi minuti e condisci la pasta, aggiungendo una spolverata di parmigiano grattugiato.




CHIC: è una buona base per la preparazione della tomato soup, una zuppa calda di pomodoro molto autunnale, da servire in cocotte di porcellana bianca, chiuse da un ‘tappo’ di pasta sfoglia che farai dorare qualche minuto sotto il grill del forno.

martedì 2 ottobre 2012

Confettura di pesche melone e mandorle

Mi piace quando facciamo un piccolo viaggio o una mini vacanza (dovunque essa sia) portare a casa un ricordo dei posti che ho visitato. Ultimamente i souvenirs che acquisto sono quasi sempre libri, soprattutto, neanche a dirlo, libri di cucina (.. del resto, lo sapete meglio di me, essere food blogger è impegnativo e servono sempre nuove idee!!). Mi diverte moltissimo curiosare negli scaffali delle librerie alla ricerca di qualcosa di nuovo: adesso, poi, la cucina è davvero ‘di moda’ e i reparti food delle librerie sono sempre più ampi, più forniti e più divertenti da esplorare. Così mi è capitato di acquistare dei .. veri e propri soprammobili.. dispiace dirlo ma è così, ovvero dei libri perfettamente inutili, dai quali non riuscirò mai a riprendere – nemmeno come lontana ispirazione – nessuna ricetta: un libro di dolcetti vittoriani per il té in cui ogni ricetta ha quantità strepitose di burro canditi e uvetta, ma ha delle illustrazioni old fashion così deliziose che non potevo proprio lasciarlo lì. Oppure una raccolta di ‘ricette per le feste’, peccato che siano le ricette della tradizione anglosassone, dove la cosa più semplice è il tacchino con i marroni accompagnato da un’orribile salsa gravy o altrettanto immangiabili (almeno per noi) pudding natalizi. Però ci sono delle foto di tavole apparecchiate e festose che sono un sogno! Proprio ieri parlava di questo al telefono con la mia mamma: in queste foto utilizzano stoviglie, tovaglie, arredi per la tavola così belli.. che è impossibile riuscire a replicarli in una casa normale, ma è un po’ come guardare le sfilate di alta moda.. bellissime e inavvicinabili. Ma per fortuna non acquisto solo ‘libri soprammobile’ (non so perché anche se inutili mi affascinano sempre), ce ne sono altri che sono invece dei veri e propri tesori, come questo minuscolo quadernetto, acquistato un po’ di tempo fa: una trentina di ricette di marmellate e confetture per tutte le stagioni e tutte da rifare. La marmellata (beh, si, confettura a dire il vero) che presento oggi è tratta appunto da questo libro, almeno come ispirazione. Infatti, rispetto alla ricetta originaria ho variato le proporzioni della frutta, aumentando un po’ la quantità di melone rispetto alle pesche, perché mi piaceva accentuarne il gusto e riducendo la dose dello zucchero perché non amo le marmellate molto dolci. Il risultato a noi è piaciuto molto, tra l’altro ha un colore dorato che parla davvero di estate .. sarà bellissimo aprire questi barattolini in pieno inverno.

P.S. Con questo post faccio gli auguri a due persone speciali che hanno festeggiato ieri!!
CONFETTURA DI PESCHE MELONE E MANDORLE




Ingredienti per 6 vasetti da 250 gr :


800 gr di pesche gialle (il peso è quello delle pesche già sbucciate e denocciolate)
300 gr di polpa di melone (già pulita e privata di semi e buccia)
350 gr di zucchero semolato (ho utilizzato quello superfine tipo Zefiro)
50 gr di mandorle a filetti
il succo spremuto di un piccolo limone


Taglia la polpa dl melone in piccoli cubetti e le pesche già lavate e sbucciate in pezzetti di dimensioni simili a quelli del melone.
In una ciotola di vetro capiente unisci i due tipi di frutta e mescola con tutto lo zucchero e il succo del limone.
Lascia riposare in frigo per 12 ore, mescolando ogni tanto,  in modo che lo zucchero si sciolga completamente.
Trascorso questo tempo, versa il contenuto della ciotola in un colino e lascia scolare il succo nella casseruola che utilizzerai per cuocere la marmellata.
Tieni da parte la frutta e metti sul fuoco (basso) la casseruola con lo sciroppo.
Quando lo sciroppo raggiunge la temperatura di 105 gradi, togli la pentola dal fuoco e aggiungi allo sciroppo la frutta (ho utilizzato un termometro da zucchero, ma si può fare anche senza, in questo caso togli dal fuoco quando lo sciroppo inizia a fare piccole bolle).
Rimetti la casseruola con sciroppo e frutta sul fuoco basso, porta a bollore mescolando spesso (eventualmente elimina la schiuma che si forma in superficie) e lascia cuocere fino a raggiungere la consistenza voluta (io ho impiegato 35 minuti).
Al termine della cottura ho passato la confettura perché i pezzetti di frutta non si erano disfatti completamente come avrei voluto.
Aggiungi le mandorle a filetti, mescola e rimetti sul fuoco due minuti.
Invasa la confettura nei barattolini sterilizzati in precedenza. Chiudi con coperchi nuovi.
Lascia raffreddare i barattolini capovolti.
Esegui una seconda sterilizzazione facendo bollire i barattoli avvolti in canovacci puliti in una pentola piena d’acqua per 45 minuti.
Terminata la sterilizzazione, spengi e lascia raffreddare i barattoli all’interno della pentola.
Conserva la confettura al riparo dalla luce.

Con questa ricetta partecip al Contest Le golose conserve di Aboutfood





EASY:  utilizzala a colazione sul pane leggermente tostato e spalmato, se ti piace, con una noce di burro.






CHIC:  prepara con l’impasto della meringa delle piccole pavlove, metti un cucchiaino di marmellata all’interno e decora la superficie con una spolverata di cacao e zucchero a velo. Servile come dessert dopo cena.